Ova Murina. “Ova A Murina” é un dolce tipico di Sciacca, nasce intorno al 1600

<strong>Ova Murina</strong>. “Ova A Murina” é un dolce tipico di Sciacca, nasce intorno al 1600
Ova Murina di Sciacca

“Ova A Murina” é un dolce tipico ed esclusivo di Sciacca, nasce intorno al 1600, dalle sapienti mani delle monache della Badia Grande di Sciacca, infatti viene chiamato anche “L’ova rà Bata Ranni” (della Badìa Grande).

Questo dolce veniva fatto nel periodo estivo e serviva per  sostituire il cannolo siciliano, questa stagionalità era legata al fatto che anticamente la ricotta nel periodo estivo non veniva prodotta.

Alcuni tirano in ballo anche Carlo V di Spagna, ospite a Sciacca nel Convento delle Monache delle Giummare.

Ricetta per 6 persone

Montate i rossi d’uovo per circa 10 minuti. Portate a neve ben ferma le chiare con un pizzico di sale.

Aiutandovi con un mestolo di legno, unite i due composti mescolando molto delicatamente dal basso verso l’alto. Quindiaggiungete le mandorle tostate e tritate grossolanamente, il cacao e la cannella.

Lasciate riposare in frigorifero per sei ore. Nell’attesa procedete con la preparazione della crema. In una pentola fate sciogliere, a fuoco basso, la zuccata nel latte e aggiungete, mescolando, gli altri ingredienti.

Cuocete per sei minuti, versate in una bacinella e lasciate raffreddare del tutto.

Trascorse le sei ore, riprendete il preparato delle uova e con un mestolino versatene un po’ su un padellino di ferro imburrato.

Stendetelo su tutto il fondo e con l’aiuto di un coltello a pesce spalmate una quantità adeguata di crema.

Avvolgete su di essa la pastella e fate cuocere per quattro minuti circa. Servite le crêpes calde, con una spolverata di zucchero a velo e cannella.

Per l’involucro

  • 5 cucchiai di mandorle tostate
  • un cucchiaino di cannella in polvere
  • un cucchiaino di cacao amaro
  • 5 cucchiai di zucchero

Per la crema

  • bicchieri di latte
  • 3 cucchiai di farina di frumento tipo 00
  • 2 cucchiai di zuccata (zucca candita)
  • 2 cucchiai di zucchero

Tempo di preparazione e cottura un’ora e mezza oltre il raffreddamento della pastella.

La Badia Grande di Sciacca

La chiesa di S. Maria dell’Itria assieme con all’annesso monastero, detto comunemente Badia Grande formano il più importante complesso monumentale della città. Fondata nel 1380 dal conte Guglielmo Peralta, che fu uno dei quattro vicari del Regno di Sicilia, dopo la morte di Federico III. Tra il 1776 e il 1784 fu ricostruita su progetto dell’ing. Luciano Gambino di Trapani. (Il titolo ITRIA è l’abbreviazione d’Odegitria che vuol dire: colei che indica la via).

La facciata della chiesa ha uno schema estremamente semplice, simile ad altre chiese antiche di Sciacca, ma la rende importante il suo imponente attico impreziosito dallo stile barocco. L’interno della chiesa, ha una sola navata, con sei cappelle, tre per lato, si presenta ricca di decorazioni in oro zecchino e d’opere d’arte. Gli altari e il pavimento sono realizzati con tipico marmo rosso di Sciacca. Gli altari furono allestiti con delle tele dipinte dal pittore Gaspare Testone. Sull’altare maggiore, si trova un dipinto che raffigura Maria SS. dell’Itria, mentre ai lati due tele sulla destra S. Michele Arcangelo, sulla sinistra L’Angelo Custode. Sulla parete destra nel primo altare la tela di S. Scolastica, sul secondo Sacra Famiglia, mentre sul terzo S. Benedetto che rovesciava gli idoli e scacciava i deboli dal Monte Cassino. A sinistra sul primo altare Martirio di S. Eufemia, sul secondo il transito di S. Giuseppe. In questa chiesa riposano le ossa della famiglia Peralta e Luna.

Anche il monastero della Badia Grande fu fondato nel 1380 dal conte Guglielmo Peralta e fu completato nel 1401 dalla moglie Eleonora d’Aragona infante di Spagna, e dal figlio Nicolò. In seguito il monastero fu ampliato e restaurato apportando degli abbellimenti, ad opera del conte Artale Luna, marito di Margherita Peralta, e da altri benefattori. Il monastero prese il nome di Badia Grande perché era il monastero più grande e più ricco della città, chiamato in dialetto “Bataranni”. In questo monastero fu educata Margherita Peralta, figlia del Conte Guglielmo, che sarà involontariamente causa del famoso “Caso di Sciacca”.

Nel refettorio erano conservati alcuni affreschi di notevole valore, successivamente questi affreschi furono asportati ad opera della Sovrintendenza alle Gallerie e alle opere d’arte della Regione Sicilia, che vennero alla luce alcuni anni or sono e che attualmente si trovano presso l’Istituto d’Arte. Nello stesso locale, anni fa durante la demolizione di un solaio, fu rinvenuto un bellissimo portale ad arco in tipico stile gotico, costruito con blocchi di pietra di Malta a faccia vista, che faceva parte della costruzione originaria.

Passando attraverso il portale si entrava in una stanza, con volta a crociera sulla cui chiave è scolpito lo stemma dei Benedettini raffigurante un agnello e una bandiera con il simbolo della croce. Il complesso monumentale della chiesa e del monastero di S. Maria dell’Itria, e la bellissima Piazza Gerardo Noceto furono riprese più volte dal regista cinematografico Germi di Genova, che girò il suo famoso film “Il nome della legge”, in gran parte a Sciacca.

Gli anziani del posto ricorderanno, le ultime monache benedettine, dietro le grate della clausura, che erano già vecchie e decrepite, e in particolare, la veneranda immagine della madre superiora, che era una “Amato”. Abolita la clausura nel 1942, l’ex monastero di S. Maria dell’Itria è sede dell’istituto delle Figlie della Misericordia e della Croce.

 

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4 Risposte per Ova Murina. “Ova A Murina” é un dolce tipico di Sciacca, nasce intorno al 1600

  1. Denominazione Comunale (De.Co.) per l’Ova Murina:
    La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma la carta d’identità di un prodotto, un’attestazione che lega in maniera anagrafica un prodotto/produzione al luogo storico di origine.
    L’Assessore alla Cultura ed alle tradizioni Locali del Comune di Sciacca, Salvatore Monte, ha avviato un percorso finalizzato alla Istituzione del Marchio De.Co (Denominazione Comunale) per tutelare e valorizzare un prodotto gastronomico tipico della identità “Sciacchitana”.
    Dopo una attenta analisi del patrimonio gastronomico locale l’Amministrazione ha concertato la possibilità di porre sotto i riflettori un dolce tipico saccense al quale sono legati notevoli aspetti storici: L’Ova Murina.

  2. Segnalo l’uscita di un volumetto con l’origine e la storia, gli ingredienti, la ricetta, il procedimento di Francesca Augello, testimone della ricetta originale delle monache, a cura di G. Aulino, con prefazione di Bruno Gambarotta.

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