I problemi dell’agricoltura si risolvono … a tavola

<strong>I problemi dell’agricoltura</strong> si risolvono … a tavola

Se vi capita di chiedere ad un giovane studente di agraria quante malattie affliggono le piante coltivate, vi farà un lungo elenco, magari distinguendole per comodità tra quelle causate da crittogame da quelli causati dagli insetti. Se poi provate, allo stesso, a chiedergli chi sono i nemici degli agricoltori, tentennerà, troverà qualche difficoltà a rispondere, oppure vi ripeterà i soliti luoghi comuni … i commercianti … i politici.

Il sistema agro-alimentare ha espropriato il cibo dalla sua vera funzione

Eppure sulla pelle dei contadini sono state commesse le più vergognose ingiustizie e perpetrati i più ignobili inganni attraverso un sistema agro-alimentare che ha espropriato il cibo dalla sua vera funzione, la cultura alimentare mediterranea privata della sua storica saggezza, contraffatto e manipolato alimenti fino a “denaturarli” a ridurli a vera e propria spazzatura piazzandoli ai gozzi consumatori con l’ausilio di ingannevoli messaggi pubblicitari. Tutto questo accade nel più totale silenzio del mondo agricolo, ormai rassegnato a subire vessazioni da tutti i fronti e ridotto a semplice manovalanza, impegnato ad una sola e semplice funzione: fornitore di materia prima di “base”. Ma la cosa più grave è che tutto ciò è avvenuto con la complicità silente ed interessata di i tutto il vasto apparato medico-nutrizionista-farmaceutico che hanno visto nella “malattia” l’occasione di trarre il massimo dei benefici e su questi articolato i loro interessi.

Insomma siamo passati dalle mani dei goffi e ignoranti medici del “malato immaginario“ di Molière adusi a prescrivere clisteri consigliare salassi … agli attuali “stregoni” che ci curano consultando e annaspando nel copioso manuale delle prescrizioni farmaceutiche!

Se vi fate visitare nessuno di questi “santoni” vi chiede “cosa avete mangiato?”

Perché non conviene loro rimuovere la causa, bensì lenire il fastidioso effetto attraverso l’uso di farmaci, costosi ma divenuti accessibile al popolino grazie alla Mutua. Ora l’alimentazione e la nutrizione è un cosa molto seria per lasciarla in mano di due “calamità“ dell’umanità che sono: i dottori agrari e i dottori in medicina, come sarcasticamente sostiene il mio amico prof Nicola Uccella.

Ora proviamo a percorrere un itinerario insolito, se volete originale, che si differenzia dai soliti schemi che la cultura medico-nutrizionista ci ha propinato in questo ultimo secolo.
Il rapporto tra il mondo vegetale e quello animale è strettamente intrecciato e reso funzionale da un cosi detto processo coevolutivo, ovvero di uno stretto legame, intimamente connesso che vede il mondo animale da un lato nutrirsi dei vegetali e dal’tra parte i vegetali in particolare le angiosperme servirsene per facilitarne l’impollinazione e quindi la variabilità genic, fino all’affidamento dei semi per la loro diffusione nel tempo e nello spazio. Questa è una visione un po’ ostica da digerire per l’attuale cultura predominante, dominata da bieco antropocentrismo che vede la natura al nostro servizio e il creato in funzione solo ed esclusivo interesse dell’uomo. Sta di fatto che nella catena evolutiva del mondo animale troviamo i primati, e quindi l’uomo e nei vegetali i fruttiferi: parafrasando il titolo del felice successo del libro di Monod , sarà più un caso o la necessità?

In natura di fatto esiste un rapporto abbastanza definito tra la “costruzione” fisica dell’animale (motore) e il suo alimento naturale (carburante).

L’uomo, dal punto di vista filogenetico e dell’anatomia comparata non è un erbivoro, ne un carnivoro per la semplice ragione che non ha denti canini sviluppati ma buoni incisivi, la mandibola che si articola in verticale ma anche lateralmente per triturare i semi, non produce l’enzima urekase per la disintegrazione dell’acido urico, possiede il pollice opponibile per raccogliere la frutta e i semi, il sedere grosso, l’intestino sacco luto adatto alla fermentazione dei cibi di origine vegetale, ghiandole salivari ben sviluppate, saliva ed urina alcalina, lingua liscia, intestino lungo dodici volte la lunghezza del corpo, placenta discoidale, colon convoltuto ecc.

Questo “modello” originario e primitivo è rimasto quasi inalterato nei millenni, fino ai nostri giorni, mentre l’evoluzione antropologica, culturale, migrazioni, carestie , ecc, hanno indotto l’uomo a modificare il suo regime alimentare attraverso adattamenti più o meno necessari. Ma la più innovativa e radicale modifica del regime alimentare l’uomo la compie con la scoperta del fuoco e quindi la cottura dei cibi. Abbiamo sempre considerato questa evenienza come l’avvio della civiltà, l’accesso ad una migliore utilizzazione degli alimenti, la sua digeribilità, la sua appetibilità, fino a riscoprirne le raffinatezze gustative nell’odierna arte culinaria ovvero la “nouvelle cusine”.

In verità non tutti furono entusiastici della cottura dei cibi e in particolare dell’alimentazione carnea. Nella Grecia antica tra i tanti filosofi spicca Pitagora seguito da Leonardo da Vinci e giù fino all’inizio del secolo scorso dove alcuni coraggiosi medici posero le basi per una alimentazione naturale come strettamente correlata con la nostra salute e il nostro benessere.
Qualcuno storcerà il naso, giudicherà poco opportuno “invadere” altri campi. Invece il futuro dell’agricoltura si gioca tutto qui, su questo specifico“terreno”: la rivincita del modello agricolo produttore di derrate alimentari che hanno solidi basi scientificamente corretti o se volete “etici” e un sistema”imperiale” dominato dai colossi agroalimentare alleati con la grande distribuzione interessati a sfornare cibi” spazzatura”, sotto gli occhi chiusi, ma tacitamente collusi della medicina farmacologica.

Noi dobbiamo caparbiamente entrare nel merito dei cibi e dei valori nutritivi delle funzioni che svolgono nel nostro organismo, non più come fanno i medici che partono dalla malattia per poi curarla, bensì dalla condizione di benessere, dello stato di salute come base delle nostre funzioni organiche

Per circa un trentennio ho lavorato alla selezione dei fruttiferi, per meglio individuare le cultivar all’interno delle diverse specie, che potevano attenzionare o essere preferiti dei consumatori, al fine di incrementarne i consumi. Criteri valutativi pedanti, analisi chimiche e organolettiche minuziose, quasi a voler spaccare il capello in quattro! Invece eravamo (e siamo !) di fronte al dono per eccellenza che il padreterno ha voluto regalarci, una manna piovuta dal cielo, perchè dopo il latte materno, la frutta, nel suo più vasto assortimento, è il cibo più “ideale” al nostro benessere .

Il segreto è nella sua ricchezza di “acqua”, vera, naturale e biologica.

La sua composizione così equilibrata e talmente funzionale al nostro organismo che la sua digeribilità è la più immediata tra tutti gli alimenti, grazie ad una ricca presenza dei cosi detti “food enzimi” che, in un alimento consumato crudo esplicano tutto per intero la loro funzione.

 

Giuseppe Bivona

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