Birra siciliana al 100%, verso una filiera ordeicola

<strong>Birra siciliana al 100%</strong>, verso una filiera ordeicola

La Sicilia, per la sua spiccata tradizione agricola e per le sue caratteristiche topografiche  e pedologiche, è considerata un’area particolarmente vocata per la coltivazione del frumento duro, cereale  strategico per l’agricoltura italiana, che contribuisce alla metà della produzione comunitaria, la quale a sua volta, incide per un quarto sul raccolto mondiale.

Il nuovo orizzonte potrebbe esser la birra siciliana al 100%

Nel quinquennio 2005-2009 in Sicilia questa coltura  ha interessato  una superficie di circa 295 mila ettari, fornendo nelle annate più produttive circa il 21% della produzione nazionale e contendendo il primato produttivo alla Puglia che mediamente investe a grano duro 365 mila ettari e fornisce mediamente circa il 22% della produzione nazionale (fonte: Istat).

La provincia che nel quinquennio  2005 – 2009 ha investito a grano duro la superficie maggiore è Palermo (76.615 ha), seguita da Enna (53.422 ha), Agrigento (39.464 ha), Caltanissetta  (38.284 ha), Catania (30.342 ha), Trapani (26.413 ha), Siracusa (15.260 ha), Ragusa (14.377 ha) e Messina (1.338 ha). Andamento simile si riscontra per la produzione (fonte: Istat).

La principale forma di utilizzazione del frumento duro è la trasformazione industriale in semola e sottoprodotti della macinazione (cruscami).

Nonostante si tratti di una filiera ben rappresentata sull’intero territorio regionale che  genera considerevoli quote di reddito ed occupazione, diverse sono le criticità che interessano i singoli segmenti della filiera.

Criticità che hanno portato gli agricoltori a confrontarsi con un mercato in cui il grano duro fa registrare prezzi molto bassi e sostenere costi di produzione così elevati da rendere la coltura del grano duro economicamente non conveniente.

Tutto questo ha portato ad una certa disaffezione degli agricoltori nei confronti della coltura, ma per ovviare a tale processo le aziende cerealicole siciliane mirano ad una diversificazione del mercato a cui rivolgersi, mantenendo un approccio competitivo e dare al mercato ciò che esso stesso richiede.

Ecco perché l’orzo e in particolare il malto oggi vengono viste come delle colture su cui scommettere, ma mantenendo una filiera MADE in SICILY.

Il nuovo orizzonte potrebbe esser la birra siciliana al 100% ed infatti, questa visione ha suscitato l’interesse, oltre che delle maggiori istituzioni di ricerca e di ricerca applicata come l’Università di Catania, il Cra di Acireale, la Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura di Caltagirone, la Pro.Se.Me, il Consorzio di Ricerca “G.P. Ballatore”, il Distretto Cerealicolo Regionale, anche dell’unica industria di birra operante in Sicilia e di alcuni birrifici artigianali.

Il progetto Esa comprende la realizzazione da parte di alcune Sezioni Operative Periferiche di Assistenza Tecnica (Sopat) rappresentative degli areali cerealicoli siciliani dell’Ente Sviluppo Agricolo per due anni di una rete di 9 (dal 2010 al 2011) e di 12 (dal 2011 al 2012) campi di verifica tecnico-agronomica mettendo a confronto alcune varietà di orzo da birra.

Il primo risultato ottenuto in termini quantitativi e qualitativi sono positivi ma è ancora oggetto di studio la possibilità di coltivare in Sicilia il luppolo in modo da chiudere tutta la filiera della nostra regione.

Riuscire a chiudere la filiera ordeicola per la produzione della birra MADE IN SICILY potrebbe caratterizzare maggiormente il prodotto e apportare un appeal sul mercato maggiore.

Le prossime tappe del progetto ESA prevedono la produzione in via sperimentale della birra con le diverse varietà di orzo e poi, forse il passaggio più importante, portare all’attenzione dell’Assessorato alla Risorse Agricole ed Alimentari che è possibile, come è già successo in alcune regioni italiane, inserire nel PSR specifiche misure per il finanziamento ad aziende agricole che vorranno produrre la “birra agricola siciliana”.

Ricerca, agricoltura ed impresa tutti per creare un sistema per dar vita ad un progetto che chiuda la filiera in Sicilia, per una birra MADE IN SICILY.

(Fonte AGRISICILIA)

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