Cantine Settesoli, 2 mila soci 6 mila ettari è la via siciliana al vino

<strong>Cantine Settesoli</strong>, 2 mila soci 6 mila ettari è la via siciliana al vino

Quattro stabilimenti, 500.000 quintali di uve lavorate per una produzione annua di oltre 24 milioni di bottiglie di vino; il fatturato nel 2011 12 ha sfiorato i 50 milioni di euro, con una quota export del 44,1%. Ma soprattutto 2.377 soci, di cui 1841 conferitori che lavorano e fanno produrre 6 mila ettari di terreno come se fossero un’unica grande tenuta.

La capacità di gestire l’intera superficie conferita come un’unica grande tenuta ha portato il fatturato a sfiorare i 50 milioni, con una quota di export del 44%. Le Cantine Settesoli hanno il maggiore impianto fotovoltaico nel settore vinicolo.

Sono questi i numeri che fanno delle Cantine Settesoli la più grande azienda vitivinicola siciliana. Una trentina i dipendenti fissi, 200 gli stagionali. Ma soprattutto l’indotto: tra Montevago, Menfi e Santa Margherita Belice ben il 70% delle 5.000 famiglie che vivono in queste terre, lavorano con ruoli diversi per Settesoli.

Il brand è un altro elemento di forza dell’azienda che è presente anche nel canale Horeca con il marchio Mandrarossa. La storia della Settesoli è anche quella di una riuscita successione al vertice. Il successo è stato costruito da Diego Planeta, l’uomo che per 40 anni ha guidato l’azienda. Poi, un anno fa, la successione, che ha portato al timone Vito Varvaro, nominato presidente della cooperativa per il triennio 2012-14.

L’ascesa di Varvaro va inquadrata nella storia dell’azienda, poiché già socio della Cooperativa dal 1974, è stato un membro del Cda dal 2008. Per tre anni ha strettamente collaborato con Planeta. Varvaro è nato a Palermo, si è laureato in economia e Commercio nel capoluogo siculo, dal 1978 al 2007 ha lavorato nel colosso Procter & Gamble, maturando una esperienza solida nel marketing.

Settesoli ha tre stabilimenti, due a Menfi e uno a Santa Margherita Belice, più ancora a Menfi, un centro di imbottigliamento, e magazzino. La capacità di imbottigliamento è di 15.000 pezzi all’ora. Nel tempo l’azienda ha sviluppato una sostanziale sensibilità ai tempi ambientali.

Nel 2008 ha inaugurato il più grande impianto fotovoltaico italiano nel settore vinicolo. E ora ha altre iniziative che coniugano industria e turismo: durante tutto l’anno addetti ai lavori e tanti appassionati provenienti da diverse parti del mondo, vengono a visitare i vigneti e la cantina di Settesoli.

Questi territori sono vicini ai siti archeologici di Selinunte e della Valle dei Templi di Agrigento. E sono anche i luoghi del “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa. Lo stesso nome dell’azienda deriva dal celebre romanzo: “Settesoli” era infatti un feudo che don Calogero Sedara diede in dote ad Angelica per il suo matrimonio con Tancredi, prediletto nipote del Principe di Salina. Come dire, la storia e la letteratura nel dna dei vini.

Salvo Fallica per Repubblica.it

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