Diminuiamo a vista d’occhio. L’ANCI ha accertato il calo della popolazione

Diminuiamo a vista d’occhio. L’ANCI ha accertato il calo della popolazione

Negli ultimi vent’anni sono state 31 mila le persone che hanno lasciato la nostra Provincia per trasferirsi altrove.

In 45 anni la nostra provincia ha perso poco meno di 9mila abitanti ma nell’ultimo ventennio il numero sale fino a quota 31mila. A parlarne è Gioacchino Schicchi il quale, nel giornale de La Sicilia, ne riporta i dati forniti dall’Anci, l’associazione nazionale dei comuni italiani, che ha registrato il dato della popolazione nei centri (anche agrigentini) ogni 10 anni tra il 1971 e il 2016. Il risultato è quello di una provincia che sembra “pareggiare” rispetto ai dati allarmanti che emergono, ad esempio, dagli annuali report sui residenti all’estero. In realtà, nelle periodiche oscillazioni di popolazione riscontrate negli anni il numero di residenti venuti meno è potenzialmente più alto e, ovviamente, ha interessato i comuni della provincia in modo diseguale. Si perché, ad esempio, se prendiamo in considerazione il lasso di tempo tra il 1971 e il 2016, infatti , i residenti sono passati da 453.836 a 445.129. solo ottomila in meno. Ma se consideriamo, invece, il periodo 1991-2016 emerge come i residenti venuti meno siano oltre 31mila.

Effetti dei diversi tassi di crescita e decrescita delle nostre città, con i centri di dimensioni medio grandi che sono cresciuti o, al massimo, hanno perso poco, e i piccoli centri che si sono letteralmente dimezzati nei numeri. Sempre prendendo a riferimento il 1971, continuia Schicchi, emerge infatti che centri come Naro, Alessandria della Rocca, Cattolica Eraclea, Castrofilippo e Lucca Sicula hanno perso ad oggi il 40% dei propri abitanti. In negativo, comunque, sono Caltabellotta, Calamonaci, Burgio, Aragona, Bivona, Camastra, Campobello di Licata, Cammarata, Casteltermini, Comitini, Joppolo, Montevago, Racalmuto, Sambuca di Sicilia, Santa Elisabbetta, Siculiana, Villafranca Sicula, Santo Stefano Quisquina, Santa Margherita belice e Sant’Angelo Muxaro.

Con il segno “+” sono invece Sciacca, Agrigento, Canicattì e Favara sono in crescita (rispettivamente, +30%, +21%, +27% e +16%), così come Porto Empedocle e Palma di Montechiaro (+5%), e San Giovanni Gemini (+4%). A far registrare cifre da record rispetto all’auemento demografico –sempre nel raffronto 1971/2016- è Lampedusa ha visto passare da 4.380 a 6.569 i propri abitanti, così come Realmonte, cresciuta di quasi il 40%. Bene Ribera, con un +14%. Unico tra i centri di dimensioni grandi a perdere qualcosa è Licata, dove la popolazione in 45 anni è calata del 8,25%. Una riduzione degli abitanti che, statisticamente, è partita “solo” 15 anni fa, quando da 41.210 abitanti si passò a 37.976.

Si perché nel complesso quadro di crescite e decrescite, ogni paese sembra proprio un mondo a sé. Qui possiamo limitarci a rappresentare, quindi, ad esempio cosa è successo negli anni: se nel ’71 eravamo, come detto, 453.836, già un decennio dopo i residenti erano cresciuti di 14mila unità, passando a 467.421, per poi crollare ancora nel 2011, quando si attestò l’attuale trend a quota 446.637 abitanti. Emigrazione, certo, ma anche scarse nascite. Frutto di un sistema che è cresciuto poco in termini di produttività e garanzie e che fa prevedere un crescendo negativo.

 

<small>Gioacchino Schicchi, de La Sicilia 31/10/2016</small>

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