Questa è la guida di Slow Food, costruita scheda per scheda da un gruppo di lavoro che non include solo esperti e critici enogastronomici, ma fiduciari e soci buongustai, spiegano Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni, curatori del volume. Persone quindi che osservano la realtà locale con un occhio più simile a quello del consumatore, che hanno spesso un dialogo diretto con i ristoratori e sono parte integrante di quella microeconomia che coinvolge produttori, agricoltori e cuochi. Il risultato?. Una selezione di osterie attente al territorio e che, con i loro piatti, puntano alla bontà e alla semplicità.
Osterie d’Italia, si sa, non è una guida come tutte le altre. Anche per l’edizione 2013 si distingue per l’estrema attenzione e la cura con cui i collaboratori hanno visitato le osterie nelle varie regioni. Pilastri fondamentali del sussidiario del mangiar bere all’italiana, pubblicato da più di vent’anni da Slow Food Editore, restano la qualità dell’accoglienza e dell’ospitalità, l’attenzione ai prodotti locali e alle tradizioni e il rapporto tra qualità e prezzo.
Restano i simboli ormai familiari per riconoscere i locali selezionati:
- la Chiocciola per le osterie che più di altre entusiasmano per ambiente, cucina, accoglienza;
- la Bottiglia, per le osterie con le cantine più fornite e rappresentative della regione;
- il Formaggio, per i locali che presentano la migliore selezione di caci.
Segnalazione particolare è riservata ai locali accessibili ai disabili e a quelli che aderiscono al progetto Alimentazione Fuori Casa dell’Associazione Italiana Celiachia.
Ristoranti ma non solo: indicati anche i bar e le pasticcerie per una sosta piacevole, o i negozi e gli artigiani dove acquistare specialità gastronomiche locali.
Da quest’anno è possibile riconoscere i ristoranti che aderiscono al progetto dell’Alleanza tra cuochi e Presìdi Slow Food, la rete di chef che si impegnano ad avere nel menù almeno tre prodotti dei Presìdi e a menzionare il nome dei produttori.
Immancabili gli Oltre alle Osterie, locali che propongono ricette simbolo della tradizione e del territorio ma in ambienti più eleganti e formali di quanto non sia un’osteria e con un conto più elevato rispetto al nostro limite di 35 euro.
E poi gli Scelti per Voi, con i piatti più significativi dell’enogastronomia regionale come il cuscus trapanese. Gli approfondimenti regionali ci accompagnano in un viaggio alla scoperta dei prodotti tipici o delle preparazioni dimenticate. A passeggio tra le bancarelle del cibo di strada di Palermo.
Le Chiocciole delle Osterie siciliane
- Don Ciccio – Bagheria (Pa)
- U Locale – Buccheri (Sr)
- Le Lumie – Marsala (Tp)
- La Locanda del Colonnello – Modica (Rg)
- La Perla – Naso (Me)
- Trattoria del Crocifisso da Baglieri – Noto (Sr)
- Trattoria del Gallo – Palazzolo Acreide (Sr)
- Piccolo Napoli – Palermo (Pa)
- Da Salvatore – Petralia Soprana (Pa)
- Fratelli Borrello – Sinagra (Me)
- Vultaggio – Trapani (Tp)
Nicola Napoli
Il punto d’arrivo lo conosco, é il percorso che mi interessa.