La Nuova PAC (2014 – 2020) e la scomparsa dell’Uomo

<strong>La Nuova PAC</strong> (2014 – 2020) e la scomparsa dell’Uomo

La Nuova PAC si baserà sulla Sostenibilità Ambientale, Competitività, Efficienza: ecco le nuove parole d’ordine della PAC (Politica Agraria Comune) che guideranno l’agricoltura europea dal 2014 al 2020.

Guido Bissanti

Se come notano gli osservatori internazionali, la struttura portante rimane pressoché identica, la vera novità attorno a cui si è concentrato l’interesse degli operatori, è rappresentata dalla politica greening, un vero e proprio piano di “inverdimento” che sarà obbligatorio per ottenere i finanziamenti. Nello specifico vengono introdotti due termini: Greening e Capping.

Greening: il sistema di greening, ovvero di “inverdimento” della PAC prevede che il 70% dei pagamenti diretti sia destinato al sostegno al reddito, mentre l’erogazione del restante 30% sia subordinato al rispetto di tre norme “verdi”. Innanzitutto, la diversificazione: in azienda dovranno essere presenti almeno 3 colture, nessuna delle quali potrà estendersi su una superficie superiore al 70% della SAU né inferiore al 5%. Dovrà essere inoltre garantito il mantenimento dei pascoli permanenti e, in aggiunta, almeno il 7% della superficie aziendale dovrà essere destinato al mantenimento della biodiversità e della fertilità dei suoli (siepi, zone boscate, alberature, ecc.).

In sintesi : per il rispetto di alcune pratiche agricole a vantaggio del clima e dell’ambiente, oltre al pagamento di base, ciascun’azienda riceverà un pagamento per ettaro. A questo pagamento,che non sarà soggetto a livellamento, gli Stati membri dovranno obbligatoriamente riservare il 30% delle dotazioni nazionali. Le tre misure previste per poter accedere a questo pagamento sono:

– il mantenimento del pascolo permanente;

– la diversificazione delle colture (sulle superfici a seminativo un agricoltore deve coltivare almeno tre colture, nessuna delle quali può occupare più del 70% delle superfici, mentre la terza deve interessare almeno il 5% dei seminativi);

– il mantenimento di un’area di interesse ecologico pari su almeno il 7% dei terreni agricoli (esclusi i prati permanenti): si tratta di margini dei campi, siepi, alberi, terreni lasciati a riposo, elementi caratteristici del paesaggio, biotopi, fasce tampone, superfici oggetto di imboschimento.

Le misure di inverdimento non si applicheranno alle produzioni biologiche e ai piccoli agricoltori.
Capping: consiste nel porre a 300.000 euro il tetto massimo dei pagamenti diretti percepibili da un’azienda e nel ridurre del 20% i pagamenti attualmente compresi tra 150 e 200mila euro, del 40% quelli tra i 200 e i 250mila e del 70% i pagamenti tra 250 e 300mila euro. Viene inoltre fissata una soglia minima sotto la quale le spese per la richiesta del pagamento sarebbero più alte del pagamento percepito e sotto cui pertanto non ci sarà la possibilità di percepire aiuti. Si tratta di 1 ha o 100 euro, ma può essere adattato a seconda della struttura aziendale di ciascun Paese Membro: per l’Italia si parla di 400 euro o 0,5 ha.

Nel merito dello Sviluppo rurale: non esisteranno più assi e misure, ma si baserà su contratti di partenariato tra Stati Membri e UE, finalizzati al raggiungimento di obiettivi specifici in tema di competitività, innovazione, efficienza, riduzione dell’impatto ambientale e sul clima, nonché gestione del rischio in azienda. Pressoché inalterati i tassi di cofinanziamento e i termini di distribuzione delle risorse che saranno aumentate grazie alla riduzione dei pagamenti operata dal capping.
Ancora una volta un preannunciato fallimento, che dietro ai tecnicismi (anche ammalianti come l’aumento della biodiversità, della diversificazione produttiva delle aziende, ecc.) pone l’UE quale Stato della Finanza che sovrasta la reale Politica Rurale ed innesca nuovi e più pericolosi processi di deriva dell’agricoltura e della ruralità del suo territorio.

Ancora una volta l’uso della finanza che sovrasta e distorce un settore oramai al collasso; ancora una volta l’Europa delle regole senza progetto, senza tutela del reale libero mercato. Ancora una volta l’Europa soggiogata dalle logiche degli interventi finanziari quali medicine per un malato che non vuole denaro ma assistenza, crescita della sapienza, garanzia della tutela del proprio lavoro e della sua produzione.

Non c’è traccia del recupero dei saperi della tradizione, dell’esperienza di millenni di agricoltura, delle produzione tipiche, delle produzioni locali; ecc.. La biodiversità è enunciata come principio conducente ma non c’è un progetto territoriale. Non c’è traccia del protocollo di Kyoto, a tutela delle emissioni per le lunghe percorrenze dei prodotti agricoli, non c’è traccia di un progetto sociale, come se la Politica Rurale si facesse con le produzioni e non con gli uomini e le strutture sociali.

Non c’è traccia della questione della scomparsa dei piccoli Paesi e Borghi Rurali che” tenevano” il territorio. – Andatelo a raccontare ai circa 6.000 (seimila) Comuni italiani che, legati alla Ruralità, stanno mestamente e tristemente scomparendo trascinando con se povertà, dissesto ed un mare di fango che si abbatterà nei prossimi anni su tutti noi – .

Si parla di agricoltura biologica e ci si dimentica di porre un’attenzione alla ricerca sulla lotta biologica (vera) che è l’unica strada per evitare un disastro ambientale imminente (diminuzione esponenziale dei pronubi, salinizzazione – e destrutturazione – dei suoli, spesa sanitaria per malattie indotte immensa e non più sostenibile, …. ).

Non c’è traccia, se non quella dell’Uso della Finanza, per la risoluzione di questioni che la Finanza non potrà mai guarire ma aggravare. Il Mondo Rurale sì è formato in migliaia di anni con sacrifici, esperienze, percorsi che adesso la PAC ha indotto ad una pericolosa deriva, essendo essa stessa fattore della Deriva.

Si parla e si agisce nel merito del sostegno al reddito delle produzioni dimenticandosi di porre rimedio al vero problema del reddito delle produzioni, e cioè quello di una mercato che è tutt’altro che libero ma gestito da Multinazionali e “Cartelli”. Il Mercato per l’UE è una preoccupazione reale senza comprendere che deve essere l’Uomo la preoccupazione reale.

Si parla di competitività, innovazione, efficienza dimenticandosi che l’agricoltura (e i sistemi naturali in generale) sono basati su modelli funzionali differenti (graduali, progressivi, adeguativi, ecc.) totalmente disconosciuti dalla PAC.

È come se volessimo operare un intervento chirurgico su un paziente usando utensili da meccanico o scrivere un poema usando i numeri e non le lettere. È evidente che il Mondo è di fronte ad uno spartiacque tra chi vorrebbe governarlo con la Finanza e chi vorrebbe aiutarlo a Crescere con la Consapevolezza.

Credetemi sono due linguaggi diversi: il primo (la Finanza) vuole solo governare processi ad uso e consumo, il secondo (la Consapevolezza) vorrebbe che siano i singoli a crescere in dignità, così come le leggi della Natura, che abbiamo pesantemente manomesso, ci fanno apprendere.
In questa PAC non c’è traccia di Sapere, Conoscenza, Consapevolezza: non c’è traccia della centralità dell’Uomo – solo e semplicemente Mercato e Finanza e di un Ambiente senza l’Uomo.

Non c’è traccia di quella evoluzione del Pensiero Umanistico, che dal sottosuolo del degrado culturale di questa epoca, sta emergendo. Questa neonata PAC è già morta prima di nascere.
È la PAC più squallida che sia stata partorita. D’altronde è la PAC partorita dalla stessa mamma dello SPREAD.

Guido Bissanti

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