Pachira, una band agrigentina sorprendente

<strong>Pachira</strong>, una band agrigentina sorprendente

Band formata nel 2005 che si fa le ossa nei vari locali dell’agrigentino, il loro è un sound coinvolgente, allegro. In una giornata di pioggia o quando qualche cosa non va sono il migliore antidoto per farsi una risata e gioire.

Pachira

Semplici, tradizionali, legati alla loro terra ma soprattutto espressione di una gioia di vivere incontenibile ma anche di una volontà di trattare temi come l’amore o la disoccupazione in maniera leggera ma colpendo nel segno. Siciliani al 100% e riprendendo il titolo di una loro canzone “Unni si mettono sonanu”.

Scopriamo chi sono i Pachira, conosciamo la buona musica MADE IN SICILY.

 

Ecco l’intervista ai PachiraGiuseppe Malfitano (chitarre e voce), Emanuele Gattuso (tastiere), Giuseppe Abbruscato (batteria), Salvatore Cani (basso) Francesco Sottile (chitarra):

1) Ciao ragazzi, vi do del tu, la prima domanda che vi pongo riguarda il nome della vostra band “Pachira”, ditemi che significa e soprattutto chi ha partorito questa idea?

Pachira è il nome di una pianta con un grosso tronco intrecciato, che simboleggia l’unione dei background musicali e artistici di tutti i componenti, accomunati dalla passione per la musica. È stata un’idea di Peppe Malfitano, il nostro cantante.

 

2) La vostra è una musica coinvolgente, calda che non passa “inosservata”, qual è il vostro stile e soprattutto secondo voi chi è il vostro pubblico ?

Il nostro è uno stile che ne raggruppa tanti altri, varia dallo swing allo shuffle, dalla bossa nova al rock and roll e rockabilly senza dimenticare le nostre radici aggiungendo una punta di folk. Applichiamo questa formula anche all’esecuzione delle cover e a quanto pare questo miscuglio di stili non passa inosservato. Anche il nostro pubblico è molto vario, i nostri concerti sono seguiti da gente di tutte le età che si scatena indipendentemente che abbia 15 o 60 anni.

 

3) Avete in attivo due EP, uno nel 2009 (Cosa ti piace fare) e  nel 2011 (Il Walzer della banda dell’isola) e un singolo nel 2012 (Tanuzzo in love), siete giovani, ma avete fatto tante esperienze oltre che nei locali con i live, anche in varie manifestazioni musicali ( per esempio:“Licata Rock Festival” nel 2004, “Festival Città di Caltanissetta” nel 2005, finale al “M-Arte Live” nel 2006, Ballakazzìz Fest e Dedalo Festival nel 2011), avete fatto delle tournè teatrali (con Gaetano Aronica e con Franco Oppini), siete stati ospiti in Tv ad “Insieme”, avete aperto il concerto di Mario Venuti e ottenuto il terzo posto al Festival “La spada d’oro” con il premio per miglior testo e miglior performance per “unni mi mettu sonu”, ditemi una cosa, tra 3 anni dove vi ritroveremo ?

Indubbiamente negli anni abbiamo messo insieme un buon bagaglio di esperienze, sia con i live, sia nei festival, sia nei nostri dischi, sia in altre belle esperienze a teatro o in televisione. Dal canto nostro continuiamo a dare il massimo per andare avanti. Dove saremo tra tre anni e cosa ci riserva il futuro non lo sappiamo, speriamo ovviamente di essere sempre in giro a suonare e a condividere la nostra musica e le nostre emozioni.

 

4) Nel vostro EP “Il walzer della banda nell’isola”, si parla molto d’amore, sentimento che unisce e divide tutti, mi ha colpito soprattutto il brano “Fè” dove vi ponete la fatidica domanda senza tempo “Ma l’amore cos’è?”, vi siete dati una risposta? Ma soprattutto chi è Fé, esiste realmente ?

Beh, da sempre l’amore è il tema più bello e allo stesso tempo più complicato da trattare…in “Fè” ci chiediamo cosa esso sia: è una cosa talmente grande che si rischia di “affogarci” dentro e per questo motivo qualcuno ne ha paura. Chi sia Fè o se esista realmente non è dato sapersi, ma sono sicuro che ognuno di noi ha la sua Fè con la quale vorrebbe “costruire l’imprevedibile”!

 

5) Altro pezzo incantevole è “Unni mi metto sonu”, brano che tratta la difficoltà di trovare lavoro nella nostra Sicilia e che ci rende pronti a tutto, pure a ballare “lu tip tap” visto che “semu tutti quanti mmezu a na strata”. Riportando il tutto nel settore discografico, è dura fare musica in Sicilia? Anche voi siete pronti a ballare per sfondare ?

Il settore discografico è un settore difficilissimo, e qui in Sicilia è ancora più ostile. C’è da dire però che negli ultimi anni, grazie alla tecnologia che permette di autoprodursi i dischi, c’è un gran fermento, una nuova aria che pervade tutta l’isola. Ci sono un sacco di bellissime realtà come la nostra e ciò ci rincuora, ci incoraggia e ci fa andare avanti.
“Unni mi mettu sonu” è infatti un canto di speranza positivo, che mette in risalto il carattere di noi siciliani: i siciliani che non si fermiamo davanti a nulla e che vanno avanti nonostante i “cazzi amar”. Per questo continueremo anche “ballare ‘u tip tap” dando il massimo per i nostri fans.

 

6) Nel vostro singolo “Tanuzzo in love”, dove raccontate l’incontro di Tano con un’americana, definite la Sicilia di Tanuzzo come “piccola” comparandola all’America, ma per voi la Sicilia cos’è e com’è?

“Tanuzzu in love” è il nostro ultimo singolo, uscito alla fine dell’estate, ispirato da un film di Paolo Virzì che abbiamo adorato, “My name is Tanino”. Nel brano ci concentriamo sull’aspetto dell’amore e della forza che quest’ultimo ha sulla gente innamorata, tanto da portare un modesto ragazzo siciliano nell’immensa America, come immenso è il suo amore per la ragazza conosciuta l’estate prima. Per noi invece la Sicilia è l’aria che respiriamo e la terra che calpestiamo, una terra sulla quale scommettere sia per spirito di appartenenza, sia per vero e proprio amore per quest’isola e per la gente che la popola, sempre piena di speranza e di buon umore.

 

7) In questo brillante inizio di carriera qual è il momento che avete più a cuore, che non dimenticherete mai?

Tanti sono gli episodi felici di questi anni e tante le soddisfazioni. Non c’è un episodio più bello di un altro, e sono convinto che la forte intesa che c’è tra noi renda “particolare” ogni momento che trascorriamo insieme portando in giro la nostra musica. Credo,comunque, che ognuno di noi cinque abbia un ricordo speciale che porta nel cuore, dal primo live insieme anni fa,alla nascita di un nuovo disco. Certamente, la scarica di adrenalina provata nel suonare davanti a più di seimila persone è per tutti noi un ricordo magico.

 

8) Progetti, avete qualcosa in cantiere o state prendendo una rincorsa per qualche nuova espressione artistica ?

Tra i progetti futuri c’è il nostro nuovo disco al quale lavoriamo da poco, oltre ai numerosi live in programma nei quali potremo scatenarci e ballare insieme ai nostri fans.

 

9) Vendola, giorni fa, chiedeva a Bersani di fare sentire “profumo  di sinistra”, io vi chiedo: fatemi sentire un profumo, un qualcosa, di Sicilia che vi identifica.

Io non ho idea di cosa intendesse Vendola con “profumo di sinistra” . Posso dire che per noi un profumo di Sicilia che ci identifichi potrebbe essere quello della terra che arde sotto il nostro sole, o meglio ancora quello della salsedine inebriante che si assapora nelle sere d’estate in riva al mare.

Grazie del vostro tempo e in bocca al lupo per i vostri prossimi progetti!

Pachira – Tanuzzu in love (nuovo singolo 2012)

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