Sambuca di Sicilia – Forte monito nell’omelia dell’arcivescovo Montenegro ai presenti.
Un paese tutto agghindato come avviene nelle occasioni importanti per ospitare un evento storico che, solo dopo oltre 40 anni, potrà ripetersi.
Giovaninfesta 2013 ha avuto come teatro Sambuca di Sicilia, la parte sommitale quella più antica e più suggestiva che porta le impronte della sua origine araba. L’invasione gioiosa di migliaia di giovani è cominciata fin dalle otto del mattino.
Sul palco, allestito nel centro del corso Umberto I ad animare i canti e le danze, l’arcivescovo di Agrigento, Monsignor Francesco Montenegro, in questa occasione semplicemente Don Franco, come spesso sottolineavano Salvatore Fazio e Adriana Abate, gli impeccabili conduttori di questa giornata particolare. Leit motiv dell’animazione musicale l’inno «Se hai fede puoi», testo di Giorgio Arbisi e Davide Bacoucha musica di Ivan Sparacino appositamente composto e cantato oltre che dagli autori, da Sergio Lo Cicero.
Poi, le testimonianze di ospiti d’eccezione come Giacomo Celentano, Maurizio Artale, presidente della fondazione Don Pino Puglisi che il prossimo 25 maggio sarà santificato, la campionessa olimpionica di tennis Mara Santangelo, e Maurizio Bonomo che, 20 anni fa a nome di tutti i giovani agrigentini diede il suo saluto all’indimenticato Pontefice Giovanni Paolo II. Storie e messaggi salutati con roboanti ovazioni ma anche con grande emozione.
Nel primo pomeriggio, Don Franco ha aperto la porta allestita sotto l’arco del Municipio, inaugurando così il villaggio della fede, che immetteva nel quartiere arabo ed agli stand allestiti dal Lions Club Sambuca Belice e dalle varie associazioni di volontariato per rifocillare gli ospiti con la degustazione di prodotti locali e proporre i manufatti dell’artigianato sambucese.
Nel pomeriggio, un altro evento nell’evento, fortemente voluto dall’arciprete Don Lillo Di Salvo: la discesa dall’altare della Madonna dell’Udienza che, posta sulla monumentale vara, è stata portata a spalla dalla confraternita degli scalzi, accanto al palco dove l’Arcivescovo ha presieduto una solenne celebrazione eucaristica alla presenza del clero agrigentino. P
rotagonisti ancora i giovani con un coro di 45 ragazze ed una band magistralmente diretta da Alessio Gulotta. «Il futuro è nelle vostre mani. Se avete fede, se vi lasciate prendere per mano dal Risorto, potete cambiare il mondo. Nella vita schieratevi sempre per la parte migliore. Siate sale e luce nell’ambiente che frequentate.
Se uno può e vuole, la vita è a colori. Aiutate noi che abbiamo ormai i capelli bianchi a credere nella vita come un dono».
Una omelia dettata dal cuore che ha scosso i giovani che, a lungo hanno applaudito Don Franco che, con i suoi modi semplici, come in molti sussurravano, sembra avere anticipato di alcuni anni i modi dell’attuale pontefice anche lui Francesco. Poi la consegna della croce ai giovani di S. Giovanni Gemini dove, il prossimo anno, sarà ospitato l’evento. G. Merlo lasicilia
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