Il quinto Vangelo. La rivincita di Giuda

Il quinto Vangelo. La rivincita di Giuda

A cura di Danilo Serra

 

El Minya, Egitto, 1978. Un contadino cammina solitario vicino alle sponde del Nilo, alla ricerca di oggetti preziosi. L’uomo, dopo un lungo vagare, scruta in lontananza una grotta: decide di entrare. Al suo interno, numerose sono le ossa umane ch’egli incontra e schiva; un tempo, infatti, in quella spelonca si seppellivano i morti. Tra le ossa, all’improvviso, trova un’urna di pietra. L’urna contiene un codice composto di fogli di papiro avvolto in un astuccio di pelle. Il manoscritto ha un titolo potente, tremante, scandaloso. Il contadino, senza saperlo, ha dinanzi a sé un testo dirompente, un messaggio inquietante: il Vangelo di Giuda.

Danilo_SerraEgli non riesce a decifrare ciò che c’è scritto. Ma a lui non manca di certo il fiuto per comprendere che quell’urna contenente il Vangelo di Giuda ha un valore inestimabile.
Il codice viene venduto e trasportato prima in Europa, poi negli Stati Uniti, conservato per ben sedici anni in una cassetta di sicurezza di una banca di Long Island.

La storia del codice dopo il suo ritrovamento è abbastanza movimentata. Venduto due volte, rubato una volta, nel febbraio del 2001 viene ceduto alla Maecenas Foundation for Ancient Art di Basilea al fine di essere restaurato, esaminato con attenzione e tradotto. Dopo cinque anni di analisi, datazione con il radiocarbonio, indagine multispettrale, esame paleografico e contenutistico, il testo viene decifrato e le pagine del codice ricomposte. Un’analisi pregevole, un lavoro faticoso e straordinario.

Il Vangelo di Giuda è un vangelo apocrifo (dal greco apókryphos, “occulto”, “segreto”, “ciò che è tenuto nascosto”) scritto in lingua copta, un’antica lingua artificiale nata per tradurre testi religiosi di interesse cristiano (la lingua copta è, in un certo senso, l’egiziano scritto con i caratteri dell’alfabeto greco, una sorta di simbiosi e mescolanza di egiziano e greco). Si tratta di un codice risalente al 300 d. C., oggi in gran parte leggibile. All’interno è trascritta una storia che i primi Padri della Chiesa hanno subito condannato come eretica, la storia dell’unico grande alleato di Cristo: Giuda iscariota.

L’esistenza del Vangelo di Giuda era già nota. Il vescovo di Lione Ireneo nel suo trattato intitolato Contro le eresie, composto all’incirca nel 180, si scagliava contro lo gnosticismo e, in particolare, oggetto di dura critica fu, tra le altre, la setta gnostica dei Cainiti, colpevole a suo parere di aver prodotto “una composizione da loro chiamata Vangelo di Giuda”, scritta in lingua greca certamente non prima del II secolo. Fu forse questo testo originale ad essere tradotto in lingua copta. Si sapeva, dunque, dell’esistenza di un Vangelo di Giuda, anche se realmente non se ne conosceva il contenuto. Fino al 1978, naturalmente.

Cosa recita il Vangelo di Giuda? Quale messaggio intende (oggi) comunicare?
Secondo questo testo, non vi sarebbe un solo Dio. Oltre al Dio della Bibbia, oltre cioè al Dio creatore-minore, ci sarebbe un altro Dio, un Dio primo, originario, superiore, al quale bisogna concentrare tutte le attenzioni e ri-tornare.
La Terra è il regno del male da cui fuggire. L’uomo è incastrato in questo mondo, ne è schiavo e succube. Un mondo materiale, corporeo, dannato, maligno. Il Vangelo di Giuda ha in nuce, in primo luogo, un messaggio salvifico che può venire così tradotto: liberarsi del mondo, del corpo, del male, sconfiggerlo. La salvezza è il risultato di quest’azione liberatoria e rivoluzionaria: non il frutto della resurrezione, bensì la conseguenza della sapienza che Cristo manifesta e rivela al suo seguace prediletto, illuminato, il solo, colui il quale ha la facoltà di consentire l’aprirsi e il dispiegarsi della Eterna Salvezza. Quel seguace ha un potente nome; quel seguace è Giuda iscariota.
Solo Giuda conosce la Verità, soltanto le sue orecchie hanno ascoltato quella Verità trasmessa per mezzo delle armoniche parole proferite da Gesù Cristo. Giuda conosce il Vero, egli custodisce la sapienza del Vero. Solo con lui Gesù si aperto.

Ed è nel nome della “conoscenza della Verità” che viene interpretato il mistero e il dramma del tradimento. Giuda tradì Gesù, ma tradendolo lo salvò: questo testimonia lo “scandaloso” Vangelo di Giuda. La morte di Cristo non è la salvezza del mondo e dell’umanità, non è un supplizio sociale, universale, non è sacrificio-per-il-mondo, ma è l’unico modo per liberarsi del mondo e per respingere definitivamente la carne. Il tradimento di Giuda esalta Gesù, lo eleva, permette a Gesù di abbandonare il Dio minore per sopraggiungere nelle grazie e nello spazio del Dio maggiore, superiore, trascendente, Vero. Il tradimento di Giuda è autenticamente salvezza-di-Gesù, è liberazione-dalla-carne.
Il vangelo si conclude con la storia del tradimento. Una storia che viene interpretata come preliminare necessario alla realizzazione dell’autentica liberazione di Gesù dal mondo della carne e della materia. Non c’è nessuna resurrezione, nessuna rinascita. Cristo non risorge. La salvezza è una fuga, la fuga.

Così, il Vangelo di Giuda tormenta oggi le nostre coscienze, abituate a tutt’altra immagine di Giuda. Non più il traditore supremo, non più l’eretico da condannare e denigrare. Giuda, l’apostolo che tradisce Gesù nell’orto di Getsemani indicandolo ai soldati del Sinedrio, nel Quinto Vangelo è travestito di un nuovo abito. Egli riconquista la propria dignità, elevandosi a paladino della Verità, strumento di Salvezza. Lui è il ponte che consente di tra-passare alla vera vita, al vero Dio. Il suo tradimento ha in sé un fine, un indirizzo, un senso: la Liberazione, la Salvezza. Il Giuda, il meschino Giuda, diviene d’un tratto un eroe, amico e complice fino in fondo di Cristo.

BRANO CONCLUSIVO DEL VANGELO DI GIUDA ISCARIOTA
I loro sommi sacerdoti mormoravano perché lui era andato nella stanza degli ospiti per la sua preghiera. Ma là alcuni scribi lo stavano guardando con attenzione per arrestarlo durante preghiera, poiché erano impauriti della gente, perché era considerato da tutti come un profeta. Si avvicinarono a Giuda e gli dissero, “Che cosa stai facendo qui? Tu sei un discepolo di Gesù.” Giuda gli rispose quello che desideravano. Ricevette dei denari e lo consegnò a loro.

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