Riforma elettorale. Dal porcellum al porcellinum

<strong>Riforma elettorale</strong>. Dal porcellum al porcellinum

Spunta un altro lodo Calderolì sulla riforma elettorale. Il padre del «porcellum» tenta una ipotesi di mediazione sul nodo del premio di maggioranza sul quale, di fatto, si è arenata la trattativa tra Pd e Pdl.

Riforma elettorale

Il senatore leghista, con una riformulazione in commissione Affari costituzionali propone di abbassare la soglia oltre la quale si conquista il premio dal 42,5% al 40% e propone che se nessuno la raggiunge venga dato un «bonus» di aggregazione al primo partito pari al 20% dei seggi conquistati.

Un meccanismo che, almeno in linea di principio, non dispiace al Pd che vede bene che il «bonus» venga svincolato da una quota fissa e rapportato ai seggi effettivamente conquistati dal primo partito. Quanto alla cifra della percentuale il 20% il Pd la ritiene «insoddisfacente». E lo sarebbe anche il 25% (cifra che in un primo tempo aveva ipotizzato Calderoli) perché il partito chiede che si vada «sopra il 30%».

Ipotesi, quest’ultima, praticamente inimmaginabile per il Pdl che con Gasparri giudica già «generosissimo» un «premietto» del 20% dei seggi a un partito «che non è detto poi governi: è praticamente un regalo».

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