Antonino Zichichi: “Sarei felice se la Sicilia fosse piena di centrali nucleari.”

<strong>Antonino Zichichi</strong>: “Sarei felice se la Sicilia fosse piena di centrali nucleari.”

“Sarei felice se la Sicilia fosse piena di centrali nucleari. Centrali sicure e controllare, costruite da veri scienziati”.

Prof Antonino Zichichi

Il fisico nucleare siciliano, Antonino Zichichi, intervistato a La Zanzara, ha ribadito ciò che ha sempre sostenuto. Il nucleare e quell’energia pulita prodotta dagli atomi (come dice lui), però, in Italia è stato messo al bando con due referendum*.

I due “famosi” incidenti – Chernobyl prima e Fukushima dopo – hanno creato una paura globale e generalizzata verso il nucleare. Ma lo scienziato siciliano, con onestà intellettuale, non ha mai nascosto il suo pensiero.

Che, però, non coincide con quello del presidente della Regione, Rosario Crocetta: “Io sono sempre stato contrario alle centrali nucleari. Rispetto le opinioni del professore Zichichi, ma tale parere non rappresenta il punto di vista del governo della Regione siciliana da me presieduto”. Crocetta ha ben ricordato a tutti che oltre 2 milioni di siciliani dissero no al nucleare con il referendum del 2011.

“Immaginate di avere una macchinetta – ha detto Zichichi ai suoi intervistatori per fare meglio comprendere i vantaggi del nucleare – dove metti un euro ed esce un panino e una macchinetta identica dove metti un euro ed escono un milione di panini. Voi che scegliereste? Un milione, è chiaro. Ecco, questo è il vantaggio dell’energia nucleare per il genere umano. Fukushima, e prima ancora Chernobyl si spiegano col fatto che la tecnologia nucleare è stata messa in mano a irresponsabili, tutto qui”.

Contrarietà al nucleare che arriva anche dal deputato del Pd, Giovanni Panepinto “la Sicilia ha già detto no al nucleare, con un ordine del giorno presentato dal Pd e votato dall’Ars il 20 gennaio 2010. Con quel voto, l’Ars ha impegnato il governo regionale a contrastare qualsiasi ipotesi di installazione di centrali nucleari nell’Isola. Siamo certi che l’assessore Zichichi non ha parlato a nome del governo, ma a titolo personale e che in futuro terrà in considerazione la volontà del Parlamento siciliano”.

Il governo Berlusconi, come si ricorderà, prima dello tsunami abbattutosi sulla centrale giapponese di Fukushima, aveva predisposto un piano per la costruzione di alcune centrali nucleari in Italia. Una avrebbe potuto essere realizzata in Sicilia, nei pressi di Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento. Ma il progetto fu poi congelato.

 

*I Referendum
Prima Chernobyl, poi Fukushima, a fare da monito. L’Italia sfrutta il nucleare tra il 1963 e il 1990, anno in cui le quattro centrali del Belpaese vengono chiuse a seguito del referendum del 1987, a pochi mesi dall’incidente nel sito ucraino. La fase di smantellamento dei siti comincia nel 1999. La fine è prevista per il 2025. Il dibattito sulla reintroduzione dell’energia nucleare si riapre nel 2005 con l’aumento dei prezzi di gas e petrolio. Nel 2008 Berlusconi imbocca la via del nucleare. Nel 2010 il governo propone la costruzione di dieci nuovi siti, ma sull’onda del disastro di Fukushima congela per un anno il decreto per la localizzazione dei siti. Il referendum del 2011 fa il resto.

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