Parlamentarie del Movimento 5 Stelle, quanto sono trasparenti?

<strong>Parlamentarie del Movimento 5 Stelle</strong>, quanto sono trasparenti?

Chi è o chi sono gli amministratori del portale? Dov’è il server? Chi ha accesso alle informazioni? Quanti sono gli iscritti? I verbali dei risultati verranno resi pubblici?

Sono alcune delle venti domande destinate a Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio che  circolano in Rete in occasione delle Parlamentarie, selezione online dei candidati del Movimento 5 Stelle. Anche noi di Wired.it abbiamo provato ieri a interrogare la coalizione sulle caratteristiche delle votazioni che dureranno fino a giovedì. E non abbiamo ottenuto risposte.

Il sito per le votazioni del non partito è blindato. E Grillo e Casaleggio non rispondono alle domande in merito

Così come è strutturato l’esperimento, interessante dal punto di vista della partecipazione digitale, presenta effettivamente una lacuna tutt’altro che irrilevante: la totale assenza di trasparenza.

Possono votare solo quanti si sono iscritti al Movimento entro il 30 settembre, ma la limitazione è estesa anche alla visualizzazione delle liste dei candidati.

Nonostante la piattaforma sbandieri la licenza  Creative Commons, che consente la condivisione dei contenuti, chi non è in possesso delle credenziali non può accedere ad alcunché. Una contraddizione in termini. Non è stato reso noto il numero dei votanti, si parla di 100mila utenti ma non ci sono conferme ufficiali. Esiste una pagina dedicata alle domande frequenti, la maggior parte delle quali dedicata alle procedure di selezione dei candidati, dove si fa un (molto) vago riferimento alla gestione dei voti: “I voti saranno registrati in modo da evitare contraffazioni dall’esterno”. Dove? Come? E, soprattutto, da parte di chi? Soggetti non esplicitati che si presume stiano vigilando sul corretto svolgimento delle operazioni e che conteggeranno le preferenze espresse. Ancora una volta, in che modo? Come verrà certificata l’operazione a quel mondo esterno che è già stato estromesso?

Da parte sua, Grillo tiene a sottolineare che il “voto è individuale e bisogna evitare che sia pilotato da fantomatiche assemblee o comitati. […] Chi cercherà di pilotare il voto verrà diffidato o escluso dalla votazioni, sia che si tratti di candidato che di votante”. L’unico metro di valutazione deve essere quindi la visualizzazione autonoma delle informazioni sui candidati, non ci si può aggregare per sostenere l’uno o l’altro soggetto. Pubblicamente perlomeno. Il richiamo alla trasparenza è contenuto invece nel  codice di comportamento di quanti verranno eletti: ai parlamentari verrà chiesto un impegno quotidiano su YouTube per motivare e spiegare quanto viene deciso in aula e di pubblicare la rendicontazione delle spese mensili. Una volta effettuata la selezione, dunque, i buoni propositi sono destinati a tornare in auge. Ma, se tutto rimane inalterato, fino ad allora gli unici a tenere (e vedere) le fila delle elezioni saranno Grillo e suoi più stretti collaboratori.

di Martina Pennisi – daily.wired.it

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