Fame e povertà. Bisogna investire in agricoltura e puntare sui piccoli agricoltori

<strong>Fame e povertà</strong>. Bisogna investire in agricoltura e puntare sui piccoli agricoltori

Dal nuovo rapporto Fao “The State of Food and Agriculture 2012”

Gianbecchina
nome d’arte di Giovanni Becchina
(Sambuca di Sicilia, 2 agosto 1909)

Investire di più e meglio in agricoltura è uno dei modi più efficaci per ridurre fame e povertà, e contribuire al tempo stesso a salvaguardare l’ambiente.  Questo è il messaggio di fondo del rapporto annuale della FAO “The State of Food and Agriculture 2012 (SOFA)presentato oggi a Roma.

Il rapporto sottolinea che qualsiasi strategia d’investimento agricolo deve mettere al centro gli oltre un miliardo di agricoltori che coltivano la terra, i maggiori investitori in questo settore, anche se spesso limitati a causa del generale clima sfavorevole agli investimenti.

Occorre una nuova strategia d’investimenti che metta al suo centro i produttori agricoli”, ha affermato il Direttore Generale della FAO José Graziano da Silva.  “La sfida è concentrare gli investimenti in aree dove possono fare la differenza.  Questo è importante per garantire che gli investimenti abbiano come risultato l’avanzamento economico e sociale e la sostenibilità ambientale.

Investire in agricoltura conviene?

I nuovi dati raccolti dal rapporto mostrano che a livello globale gli agricoltori dei paesi a basso e medio reddito investono più di 170 miliardi di dollari l’anno sui propri campi – circa 150 dollari per agricoltore.  Questa cifra è tre volte superiore a tutte le altre forme d’investimento messe insieme, quattro volte i contributi dati dal settore pubblico. Ed oltre 50 volte superiore agli aiuti pubblici allo sviluppo che vengono dati a questi paesi.? Appare chiaro dal rapporto che investire in agricoltura ripaga ampiamente.

Nel corso degli ultimi vent’anni, ad esempio, i paesi con i tassi d’investimento agricolo più alti sono stati anche quelli che hanno fatto i maggiori passi avanti in termini di dimezzamento della fame e di raggiungimento del primo degli Obiettivi di sviluppo del Millennio.  Viceversa le regioni dove fame e povertà estrema sono più diffuse e di vaste proporzioni – Asia meridionale e Africa Subsahariana – sono quelle che negli ultimi trent’anni hanno avuto tassi d’investimento agricolo stagnanti se non in calo.?

“Vi sono segnali che le cose stanno migliorando, ma per sradicare la fame in queste e in altre regioni, e raggiungere questo obiettivo in modo sostenibile, occorrerà un incremento sostanziale del livello degli investimenti agricoli e un deciso miglioramento sia nel livello che nella qualità degli investimenti pubblici nel settore”, aggiunge il rapporto.

Fonte Fao

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