Prosegue l’operazione “fuori dalle palle” di Beppe Grillo. Cacciata un’intera lista di Forlì

<strong>Prosegue l’operazione “fuori dalle palle” di Beppe Grillo</strong>. Cacciata un’intera lista di Forlì

Fuori un’altra. Anzi, unintera lista che non potrà più usare il marchio del Movimento 5 Stelle. Beppe Grillo tira dritto con l’operazione “fuori dalle palle” e caccia gli attivisti di Forlì, guidati dal consigliere comunale Raffaella Pirini che dichiara: “Il movimento è sano, ma resta un problema con Grillo e il suo staff”.

Continuano le espulsioni, monta il dissenso interno: il problema è lui e il suo staff

Anche stavolta il diktat sarebbe da mettere in relazione alla vicenda di Federica Salsi, consigliere comunale di Bologna messa alla porta dopo la partecipazione a “Ballarò” con l’ormai nota invettiva sul “Punto G”. La Pirini aveva espresso la sua solidarietà alla collega (come altri attivisti già fatti fuori) ed è lei stessa a comunicare la novità con oltre un mese di ritardo.

“Ci eravamo imposti il silenzio per cercare di chiarire la situazione – spiega – ma visti gli inutili tentativi di metterci in contatto con Grillo e il suo legale, non ci resta che rendere pubblico l’accaduto”. Ovvero: la diffida, arrivata il 6 novembre scorso, dall’utilizzare “anche solo per allusione il nome e i marchi di proprietà del signor Grillo Giuseppe”.

Il motivo sarebbe tecnico, secondo i documenti mostrati dalla Pirini. E riguardano la legittimazione della lista “Destinazione Forlì” che non sarebbe avvenuta perché Grillo non avrebbe dato ancora l’autorizzazione. Eppure, la Pirini ricorda che la certificazione della lista era già stata ottenuta per le amministrative del 2009, ma “a questa lettera non vi è stata risposta”. Il vero motivo dell’espulsione sarebbe quindi da ricercare nel “caso Salsi”. “Ma se si vuole punire me – domanda la Pirini – perché prendersela con tutto il gruppo di Forlì? “.

“Non sarà certo un patacchino a impedirci di fare buona politica”, solidarizza a sua volta la Salsi, usando il termine dialettale per indicare un’etichetta adesiva, in riferimento al marchio M5S. Il caso è destinato ad accrescere i malumori nel movimento, che nel giro di poche settimane ha assistito all’espulsione di almeno cinque attivisti (gli ultimi sono stati Salsi e Favia) e dibattuto con non poche polemiche sullo svolgimento delle “parlamentarie”. Per non parlare, appunto, dei metodi spicci con cui Grillo ha chiarito le regole, invitando chi mette in dubbio la sua vocazione democratica a andare “fuori dalle palle”.

“Nonostante la buonafede di tanti, Grillo è una finzione”, taglia corto la Salsi. Anche un consigliere regionale dell’Emilia Romagna, Andrea Defranceschi, ha espresso giorni fà il suo disagio su Facebook (“vorrei che si capisse che la critica costruttiva è un valore”), correndo il rischio, a questo punto, di diventare il prossimo defenestrato.

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