“MALATEMPORA”: Sound contro la violenza

<strong>“MALATEMPORA”</strong>: Sound contro la violenza

Il suono, come segno di protesta contro la violenza. Le parole, pungenti e dolci, per far riflettere l’ascoltatore sul mondo spesso indifferente che ci circonda.

Da questi spunti prende vita il progetto artistico musicale dei “Malatempora”, band palermitana pop-rock, nata dall’idea di usare il mezzo della musica per denunciare le malefatte dei nostri tempi. Influenzati dalla scena indipendente, la loro musica trae origini dall’esigenza espressiva musicale ed intellettuale dei componenti di dover offrire un’alternativa.

La band utilizza la musica come mezzo di denuncia
La band utilizza la musica come mezzo di denuncia

I brani sono frutto di esperienze personali, trattano problemi etici, sociali e fatti realmente accaduti che, attraverso un accurato processo di composizione, arrangiamento e scrittura dei testi, hanno permesso alla band di pubblicare la loro prima raccolta di inediti dal titolo “eNneZeta”.

Un brano questo, dedicato al giovane e amico tastierista Norman Zarcone, lo studente palermitano scomparso nel 2010. Il brano è stato scelto e presentato dai musicisti alla finale di Sanremo Rock 2010 svoltasi a Siena riscuotendo il consenso della giuria e del pubblico presente.

Il gruppo musicale, formato da Giovanni Liguri alla voce, Gabriele Confaloni, chitarra elettrica, Marco Prestifilippo, chitarra acustica, Pietro Delfino, basso e Andre Chentrens alla batteria, propone un repertorio di canzoni inedite ma anche di cover di autori quali De André, Don Backy, Battisti, Franco Simone.

Il nome “Malatempora” si ispira alla celebre frase di Cicerone: “Mala Tempora Currunt”, letteralmente tradotta “corrono brutti tempi”. Con questa espressione i giovani artisti nelle loro canzoni si lamentano di come vanno le cose in generale nella società e nel mondo contemporaneo.

«Ogni artista – affermano i “Malatempora” – dovrebbe tenere sempre presente l’impegno sociale dell’arte (di tutte le arti), ed è proprio quello che intendiamo fare noi con la nostra musica».

 

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