Evangelizzazione è la nuova sfida per la Chiesa

Evangelizzazione è la nuova sfida per la <strong>Chiesa</strong>

Last updated on Marzo 21st, 2013 at 08:44 am

In questi giorni, come del resto era logico, si è risvegliata un’attenzione (che talora è parsa quasi morbosa) non solo sul pontificato ormai trascorso di Benedetto XVI e sulla sua rinuncia al Soglio Pontificio, ma altresì sulla figura del futuro Papa.

Previsioni, deduzioni, scommesse: pare di assistere a un avvenimento in qualche modo completamente inquadrabile in schemi razionali, o pienamente “umani”.

ConclaveE che sia umano, è indubbiamente vero: gli elettori sono infatti i cardinali che, “senato” della Chiesa, sono pur sempre uomini con i loro progetti, desideri, aspettative, debolezze.

Ma tale umanità è poi lo strumento di cui si serve Chi realmente governa la Chiesa per realizzare i suoi progetti.

Ma se è appunto lo Spirito Santo a essere il principale protagonista del Conclave, da sempre la Chiesa ha lottato per proteggere l’autonomia dell’elezione del Pontefice da influssi che con lo Spirito Santo avevano ben poco a che fare.

E’ già dal 1059 che la Chiesa ha stabilito che l’elezione del Pontefice spetti ai soli cardinali, sia tenuta possibilmente a Roma, e (nei limiti del possibile) debba ricadere su un membro del clero romano, escludendosi nell’elezione ogni intervento laicale, in particolare quello dell’imperatore. Il primo Pontefice eletto con Conclave nel senso tecnico del termine fu Papa Gelasio II, scelto il 24 gennaio 1118 all’unanimità dei cardinali riuniti nel monastero di San Sebastiano sul Palatino, luogo chiuso al pubblico per evitare interferenze esterne sulla scelta del vescovo di Roma. Il termine Conclave fu tuttavia ufficializzato solo nel 1270, quando gli abitanti dell’allora sede papale di Viterbo, stanchi che l’elezione si protraesse per molti anni senza risultato, chiusero a chiave i cardinali in una sala del palazzo papale nutrendoli solo di pane e acqua, così da obbligarli a decidere al più presto chi eleggere il nuovo pontefice (che fu poi papa Gregorio X). Un recente intervento della Segreteria di Stato ha ricordato come oggi il rischio di influsso esterno sul Conclave non venga tanto dalle potenze politiche, ma dai mezzi di comunicazione sociale. A questo riguardo penso sia interessante ricordare come all’imperatore spettasse un controverso diritto di veto, che fu esercitato per l’ultimavolta nel 1903, alla morte di Leone XIII, e quindi esattamente centodieci anni or sono. Fu una riapparizione tardiva, che ebbe come risultato l’elezione al papato di Giuseppe Sarto, cioè di Pio X, e quindi di un santo; e al contempo provocò anche la soppressione del veto stesso.

Come a dire: lo Spirito Santo si serve comunque degli uomini (anche dei loro errori e soprusi) per condurre la Barca di Pietro in porto nel migliore dei modi.

Al giorno d’oggi, appunto, il rischio di influsso è invece dato dai mass media e dai social network. Non certo che siano in sé stessi un rischio o una cosa negativa, tutt’altro; ma lo divengono nel momento in cui esprimono valutazioni che non colgono l’aspetto tipicamente spirituale del momento che la Chiesa sta vivendo. O ancora, moltiplichino la diffusione di notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false, con il rischio di grave danno di persone e istituzioni.

Forse davvero, mai come in questi momenti, non bisogna dimenticare ciò che è essenziale, e che tante persone (credenti ma non solo) hanno ben compreso: bisogna pregare affinché lo Spirito Santo illumini il Collegio dei Cardinali, fiduciosi che le sorti della Barca di Pietro sono nelle mani di Dio.

Rispettata nella sua autonomia e identità, la Chiesa può così recare, con la sua specificità e con la sua attenzione per la persona umana aperta ai valori, un apporto fondamentale per la costruzione di una società pluralista, rispettosa della libertà perché amante della verità, in cui culture che per secoli si sono ignorate, se non combattute, possano arricchirsi vicendevolmente aprendosi alla prospettiva del confronto e della collaborazione, e mantenendosi ciascuna nella propria identità; essendo infatti evidente che quanto più una religione come quella cattolica sviluppa i motivi e i fondamenti del proprio messaggio, tanto più sarà in grado di entrare in relazione con le altre confessioni e con i poteri politici, e anche con chi non crede, e quindi di partecipare alla deliberazione pubblica. lasicilia

La diretta web dal comignolo che annuncerà la scelta del Conclave.

Scrivi un commento da Facebook

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *