Riforma province, percorso a ostacoli

<strong>Riforma province</strong>, percorso a ostacoli

Last updated on Marzo 21st, 2013 at 08:43 am

Ars, 282 emendamenti al ddl. sos conti: scambio di accuse

Gli emendamenti al ddl sull’abolizione delle Province sono 282.

Il che preoccupa il presidente della Commissione Affari Istituzionali, Marco Forzese: «Il ddl avrà un percorso davvero a ostacoli in Aula. C’è il rischio di stravolgere la norma che prevede la mera soppressione delle Province per dar luogo ai Consorzi tra comuni». E si augura che lunedì «il vertice maggioranza trovi la quadra attorno a questa riforma e che il governo presenti un maxi-emendamento condiviso».

Rosario Crocetta

Inoltre, teme il «rischio pantano», mentre auspica che si faccia una scrematura in modo che restino da discutere gli emendamenti attinenti ai Consorzi tra comuni, «altrimenti ci troveremo in un vicolo chiuso che porta a una riforma mancata».

Intanto, in fase di sessione di bilancio, si cerca di far quadrare i conti della Regione. Il governatore Crocetta scarica le responsabilità sul suo predecessore che, a sua volta lo accusa di falsità e meri annunci.
Lombardo e l’ex assessore Armao rilevano che Crocetta «ha spacciato per realizzata la revisione della spesa recuperando oltre un miliardo, ridotte le partecipazioni regionali e definito il bilancio di contenimento dei costi. Annunci non accompagnati da interventi puntuali sulla spesa». E ricordano che l’ex ragioniere generale Bossone «aveva evidenziato drastiche misure con una manovra di 2 miliardi, ricevendo il licenziamento su due piedi».

Crocetta replica: «Bossone non faceva altro che prendere impegni di spesa: la questione dei conti in rosso sta proprio in questo. Quando siamo arrivati al governo lo sforamento c’era già stato. L’unica cosa che si poteva fare era di avere il prestito dalla Cassa depositi e prestiti, richiesto da loro. E noi abbiamo portato avanti la procedura».

Lombardo e Armao, al governo Crocetta contestano «la mancata accensione del prestito per investimenti da 330 milioni autorizzato nell’ultima legge di stabilità e le variazioni di bilancio in virtù dei minori trasferimenti dallo Stato (630 mln accantonamenti e 40 mln riserve tributarie) che non potevano essere adottati dalla precedente Ars che aveva chiuso i lavori sostanzialmente a luglio».

In commissione Bilancio, Marco Falcone ha chiesto al governo informazioni sullo stato di spesa dei fondi europei, rilevando che della disponibilità del 2007-2013 si dovrà rendere conto entro l’anno, «quindi vogliamo capire quanto ne è stato speso, quali misure sono ancora al palo o in parte non soddisfatte e qual è la disponibilità attuale per inserirle in bilancio».

Garibaldino Pippo Gianni, al grido di «forza Crocetta», chiede la revisione del patto di stabilità con l’Ue e mette il dito nella piaga sull’applicazione degli art. 36, 37 e 38 dello Statuto «se la Regione non vuole chiudere i battenti»: prevedono: autonomia della Regione di terminare i tributi; il versamento alla Regione delle imposte delle imprese che operano in Sicilia con sede altrove; ripristino del Fondo di solidarietà nazionale. lasicilia

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