Scala dei Turchi, sì del comune all’abbattimento dell’ecomostro

<strong>Scala dei Turchi</strong>, sì del comune all’abbattimento dell’ecomostro

La società dovrà presentare un piano di sicurezza, comunicando la data d’inizio, il nome del direttore dei lavori.

L'ecomostro da abbattere
Lo “scheletro” sulla spiaggia di Realmonte

Si stanno scaldando i motori delle ruspe che dovranno buttare a terra l’ecomostro di Scala dei Turchi.

Dopo anni di battaglie ambientaliste, denunce e processi arriva a una svolta la vicenda dello scheletro di cemento armato in riva al mare, che era destinato a diventare un albergo sulla spiaggia del costone di marna bianca più famoso della Sicilia e candidato a diventare patrimonio dell’Unesco.

Il sindaco di Realmonte, Pietro Puccio, “sulla base della richiesta di conformità pervenuta al Comune da parte della società Scatur amministrata da Gina Fretto inerente la messa in sicurezza dell’area interessata alle opere di demolizione dell’ecomostro della Scala dei Turchi e al recupero ambientale del sito di Punta Grande, ha concesso il nullaosta alla proprietà del manufatto per l’esecuzione immediata dei lavori di demolizione così come imposto da un’ordinanza del sindaco dopo l’ingiunzione notificata dalla Procura della Repubblica di Agrigento”.

Ma l’operazione non sarà immediata. “Prima di procedere all’abbattimento il Comune – si legge in una nota dell’amministrazione comunale – viene fatto obbligo alla società Scatur di presentare un dettagliato piano di sicurezza comunicando la data d’inizio dei lavori e tutta un’altra serie di adempimenti necessari per procedere all’opera di abbattimento. Per il ripristino dei luoghi, la bonifica e la messa in sicurezza del sito, con particolare riferimento alla stabilizzazione e al consolidamento del costone, il Comune di Realmonte ha indetto, assieme a tutti gli altrui organisimi interessati al provvedimento, una conferenza di servizi per le ore 10 del prossimo 3 aprile”.

La storia dell’ecomostro della Scala dei Turchi è ancora in discussione davanti al Tar di Palermo, dove però i proprietari dell’immobile, rinunciando alla sospensiva cautelare in attesa del giudizio di merito, hanno di fatto accelerato l’iter per la demolazione, rendendo esecutiva l’ordinanza del sindaco.

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