Sonia Alfano: “Il no dei 5 Stelle a tutto un errore stratosferico”

<strong>Sonia Alfano</strong>: “Il no dei 5 Stelle a tutto un errore stratosferico”

Intervista a Sonia Alfano (ex attivista di Grillo), presidente commissione Antimafia Ue.

Sonia Alfano: “Il no dei 5 Stelle a tutto un errore stratosferico. Ma c’è già insofferenza”.

Onorevole Sonia Alfano, dicono che lei sia il “pontiere” fra i grillini dissidenti e il Pd. È vero?
«I contatti ci sono e ci sono sempre stati. Ma io non sono il pontiere né l’ambasciatrice, semplicemente perché non sono nel Pd. Ho l’interesse piuttosto a far riflettere i colleghi parlamentari del 5 Stelle sul momento che viviamo e sulle responsabilità da assumersi. Si rischia un errore stratosferico: la gente ha votato Grillo sperando che le cose possano cambiare, non per stare fermi a dire no».

Sonia Alfano
Sonia Alfano, presidente commissione Antimafia Ue.

Cosa percepisce da questo dialogo?
«Che c’è insofferenza al no su tutto. I cosiddetti “dissidenti” sono semplicemente persone che cominciano a chiedersi che cosa accadrà dopo. Non si può entrare nelle istituzioni e poi tirarsi indietro perché Grillo ritiene che chi dialoga è un inciucista. È brutto anche scappare dai giornalisti come se fossero dei ladri. Mi offende in primis, perché mio padre era un giornalista che ha fatto il suo mestiere dignitosamente e come lui ce ne sono molti altri. Se pensano di comunicare solo sul web sbagliano, perché ci sono milioni di persone che hanno votato 5 Stelle e si informano con giornali e tg».
Lei è una dissidente ante litteram, ancora si parla di una sua lettera di fuoco dopo essere stata cacciata da Grillo…
«Ma lui non mi ha mai risposto, nonostante lo abbia invitato più di una volta a un confronto chiarificatore, magari perché non ha argomenti seri con cui controbattere. E il movimento ha perso l’occasione di avere una rappresentante nella carica europea più importante nella lotta alle mafie, per andare dietro a diktat senza senso».

Tanto più che l’antimafia non è nel programma del M5S.
«È verissimo. Un mese fa mi ero messa a disposizione del M5S per stilare al meglio le proposte per le commissioni Giustizia di Camera e Senato. E sono stata contattata da diversi parlamentari… ».

Nonostante la fatwa di Grillo nei suoi confronti?
«Se ne sono fregati. Perché chi sa decidere autonomamente si rende conto di non essere una marionetta che deve andare in aula a schiacciare un bottoncino. Il Paese è in ginocchio, si deve agire».

Lei però può dire “l’avevo detto! “…
«Avevo già tracciato questo strano atteggiamento che però non so quanto riconducibile a Grillo o piuttosto a Casaleggio. Forse è più Casaleggio che Grillo. Ma così non si va da nessuna parte».
All’Ars è passata la doppia preferenza di genere alle Comunali. Che ne pensa?
«Io non mi ritengo una categoria protetta. Se una donna è capace e competente emerge».

Per i 5 Stelle il nuovo sistema favorirà il voto di scambio con la mafia.
«Abbiamo già tanti elementi per capire come, e non solo se, la mafia controlla i consensi. Non è lo spoglio di una sezione elettorale che serve: ci sono indagini eloquenti di magistrati e forze dell’ordine. Mi auguro che si faccia dell’altro».

E cioè?
«Il governo regionale deve chiedere attenzione massima per i magistrati impegnati nei processi di mafia a Palermo e Caltanissetta, ma soprattutto per il controllo del territorio. Oggi più che mai, perché a Palermo c’è una brutta aria».

A cosa si riferisce in particolare?
«Ho avvertito un silenzio assordante sulle minacce al pm Di Matteo, definite “attendibili” e “inquietanti” dall’autorità giudiziaria. Mi sembra di rivivere la stagione del 1992, la stessa situazione politica ed economica. Allora alcuni segnali passarono in sordina e poi ci furono le stragi sul cui sangue si costruì la Seconda Repubblica. Oggi lo scenario è identico: destabilizzare per stabilizzare»

Qual è il suo rapporto con Crocetta? La davano ospite fissa ai vertici a Castel di Tusa, già con un posto al Senato…
«Io a Castel di Tusa non vado da 14 anni. Con Rosario c’è un rapporto buono, siamo stati colleghi a Strasburgo. Ma da lui mi attendo qualcosa di più. Ci sono state delle nomine piuttosto discutibili, licenziamenti e poi altre nomine discutibili. Io voglio vedere i fatti».

Il suo futuro sarà a Roma, se si dovesse rivotare a breve?
«Sia Ingroia che Crocetta mi avevano chiesto di candidarmi, ma i loro progetti non erano di mio interesse e soprattutto non volevo lasciare la presidenza della commissione europea antimafia. Sto lavorando al testo unico per 27 Paesi e alla direttiva Ue per sequestro e confisca, ora sono le mie priorità assolute». Mario Barresi lasicilia

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