Luca Parmitano, un siciliano nello spazio

<strong>Luca Parmitano</strong>, un siciliano nello spazio

Luca Parmitano: «Porto con me nello spazio lo spirito allegro dei siciliani e di certo voglio dedicare questa mia missione all’Italia».

In attesa di staccare l’ombra dalla terra, l’astronauta Luca Parmitano canticchia: «Penso che un sogno così non ritorni mai più». È nelle primissime note di “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno che batte il cuore della “missione spaziale” che non a caso è denominata “Volare” e che, fra due giorni, vedrà passeggiare il militare italiano nello spazio dove resterà in orbita per sei mesi.

Luca Parmitano – l’intervista (la sicilia del 26-05-2103)

Già. Lui, il primo cosmonauta “tricolore” che dalla terra sbarcherà nello spazio, è nato 36 anni fa a Paternò ed è cresciuto alle pendici dell’Etna, fra gli inverni trascorsi a Catania e le estati alternate fra Aci Castello e Ragalna. Da oggi e per 180 lunghissimi giorni vivrà a bordo di una nave spaziale: la “Soyuz” russa, che attraccherà circa sei ore dopo alla Stazione spaziale internazionale (Iss) grande come un campo di rugby e pesante circa 500 tonnellate. Visibile a occhio nudo dalla terra, viaggerà ad una velocità media di quasi ventottomila chilometri orari e ad un’altezza che varierà tra i 278 e i 460 chilometri.

Luca Parmitano
Luca Parmitano

Ecco dove vivrà Luca Parmitano. Resta un mistero, piuttosto, al momento, che cosa farà lassù. «La mia giornata, insieme con i miei due “coinquilini”, il russo Fyodor Yurchikhin e l’americana Karen Nyberg – dichiara Luca Parmitano – sarà piena di impegni. Ci sono da seguire oltre 150 esperimenti scientifici, di cui solo 50 sono miei. C’è da sviluppare la parte tecnologica della stazione e ci sono compiti legati ai futuri scenari esplorativi per raggiungere fra qualche tempo altri pianeti, come Marte. Non vedo l’ora, però, di passeggiare! Il mio conto alla rovescia, infatti, è già iniziato: sogno da sempre di galleggiare nello spazio e di raccontare cosa accade lassù».

Un privilegio per il giovane astronauta che, nonostante l’adrenalina, si dice tranquillo. «Se devo essere sincero, mi sento abbastanza sereno. Cito il romanzo “Caos calmo” dello scrittore Sandro Veronesi che ritengo calzi a pennello già dal titolo per indicare il mio stato d’animo. Certo, non nascondo che c’è una certa eccitazione, ma dopo anni ed anni di addestramento riesco a controllare le mie emozioni. Al momento non sono focalizzato su cosa farò fra due giorni anche perché mi sto godendo queste ore che sono certamente propedeutiche allo sbarco».

Dietro al fascino dello spazio, si scorgono tuttavia il sacrificio del lavoro e la responsabilità personale ed a nome di tutto il Paese. «Io (ma anche il resto del mio equipaggio) – sottolinea Luca Parmitano – sono in quarantena da circa dieci giorni; un vero e proprio isolamento che dura circa due settimane: ma nonostante ciò avverto già il peso della missione e non ho sin d’ora il tempo di annoiarmi. Ogni giorno è diverso dall’altro. Come oggi, per esempio: mi sono assicurato che lo status della navetta fosse in ordine. Certo, poi, faccio molto sport e la sera mi rilasso. Tutto, però, è finalizzato al lancio che è ormai davvero vicino».

Non manca a Luca Parmitano, poi, sottolineare il privilegio di viaggiare a bordo della nave spaziale. «Essendo l’ingegnere di bordo, sono il primo e sarò anche l’ultimo dell’equipaggio ad entrare con lo scafandro nell’astronave che è già assemblata e pronta per il decollo. È una emozione fortissima che desideravo provare sin da bambino; sin da quando mi trovavo a Catania, dove sono cresciuto insieme con la mia famiglia e i miei più cari amici prima di partire per l’Aeronautica militare e girare per il mondo. Sono nato a Paternò, ma non ho vissuto in questa cittadina dove tuttora risiedono alcuni parenti. Amo la Sicilia e, nonostante abbia viaggiato tanto, porto dentro di me lo spirito allegro dei siciliani».

Ricordando la sua adorata terra, Luca Parmitano non si sottrae e risponde alla domanda se mancherà a lui qualcosa di “terreno”. «Non ho rimpianti – ribadisce – e so già che non mi mancherà nulla. Certo, mi ritroverò senza le mie due bambine: Maia e Sara, di 3 e 6 anni, e senza mia moglie Kathy ma aspetto di “volare” nello spazio da una vita e resisterò! E, poi, so già che il tempo in orbita passa molto, molto, velocemente: come un sogno, ma un sogno che si concretizza stavolta».

Luca Parmitano lancia un suo messaggio divenuto una sorta di motto: «Fa quel che ami, ama quel che fai». Che sia da motore per le nuove generazioni che hanno un sogno nel cuore affinché lo realizzino. Ma a chi dedica la missione? «Non ci ho ancora pensato – risponde -. Beh, comunque, riflettendoci, ti dico che il mio pensiero è rivolto certo all’Italia».
Luca Parmitano, orgoglio del Paese, conclude così l’intervista; intervista che lo vede coinvolto particolarmente poiché consapevole che finirà sulle pagine del quotidiano più letto nella sua terra.

Da dove parla (tramite skype) fa caldo e la calura gli ricorda le estati della sua Sicilia; da dove parla, col fuso orario, indossa una t-shirt azzurra come il mare della sua Isola; una maglietta con il logo sul petto che la dice lunga: “Volare”.

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