“Sistema Giacchetto”: Arricchimento illecito alle spalle dei giovani siciliani

<strong>“Sistema Giacchetto”</strong>: Arricchimento illecito alle spalle dei giovani siciliani

Con i 15 milioni che il Ciapi, l’ente regionale di formazione in cui lavorava, avrebbe dovuto usare per trovare lavoro a oltre 1.500 giovani, faceva viaggi, comprava orologi di lusso, lavatrici, borse firmate, affittava escort da destinare a politici e funzionari regionali.

Era il sistema di arricchimento illecito creato da Faustino Giacchetto, arrestato insieme ad altre 16 persone, fra queste gli ex assessori Gianmaria Sparma e Luigi Gentile.

Scoperto dalla GdF (Guardia di Finanza) di Palermo un giro d’affari milionario di oltre 28 milioni di euro che interessa anche politici, burocrati e dirigenti della Regione Siciliana.

Faustino GiacchettoL’inchiesta della Procura riguarda i finanziamenti per i “Grandi eventi” e la gestione del Ciapi, l’ente pubblico di formazione. Sono finiti in manette gli ex assessori della Regione nel governo di Raffaele Lombardo, Luigi Gentile e Gianmaria Sparma, coinvolto nell’inchiesta per gli atti svolti da dirigente della Regione quando, in cambio della commissione di servizi a due società vicine all’ex manager del Ciapi Fausto Giacchetto, si sarebbe fatto pagare un viaggio in Tunisia, abbonamenti Sky, un trasloco e una carta prepagata.

Sono invece indagati per corruzione e finanziamento illecito anche tre ex assessori al Lavoro della Regione siciliana, il senatore del Pdl Francesco Scoma e il capogruppo all’Ars della “Lista Musumeci” Santi Formica, in passato nominati sotto l’amministrazione di Totò Cuffaro, e Carmelo Incardona, ex Pdl, passato poi a grande Sud.
Le Fiamme gialle hanno sequestrato inoltre il capitale sociale e i beni di cinque società perché il denaro era riconducibile agli indagati, per un valore di 28 milioni di euro.
Cinquanta le perquisizioni eseguite nelle abitazioni e negli uffici delle persone coinvolte che sono accusate di corruzione, illecito finanziamento ai partiti, frode fiscale e truffa. L’organizzazione sembrerebbe essersi anche appropriata di fondi comunitari destinati al finanziamento di progetti per la formazione professionale.
Di finanziamento illecito ai partiti poi dovranno rispondere l’ex presidente dell’Ars Cascio che avrebbe avuto rimborsi per materiale elettorale per 11 mila euro circa, il deputato regionale Salvino Caputo, a cui sarebbero andati 22 mila euro per la campagna elettorale e, tra gli altri, Nino Dina e Lino Leanza che avrebbero avuto, rispettivamente, 6 mila e 3.300 euro per materiale elettorale.
A svelare i meccanismi della corruzione sarebbero stati due collaboratori di Giacchetto.

«Dalle indagini – ha detto il procuratore della Repubblica Francesco Messineo – è emerso che i fondi europei, che si dovevano impiegare per migliorare le nostre condizioni, sono stati sperperati in modo indecoroso per arricchire privati. È certamente una vicenda riprovevole moralmente».

Nel secondo filone d’indagine, denominato “Sicilia Grandi Eventi”, gli stessi esponenti del Ciapi, «attraverso una fitta rete di conoscenze e legami con funzionari pubblici e rappresentanti delle istituzioni», avrebbero pilotato gare d’appalto bandite dalla Regione siciliana.

C’è una “gola profonda” che ha raccontato ai magistrati di Palermo che nel 2008 Giacchetto gli avrebbe fatto emettere fatture per l’acquisto di un orologio marca Rolex, del costo di 4.500 euro. «Giacchetto – ha verbalizzato il testimone, Angelo Vitale – mi disse di pagare dietro presentazione di regolare fattura emessa nei confronti della Sicily comunication Srl».

Gli investigatori delle Fiamme gialle hanno verificato le dichiarazioni dell’uomo. Il pentito ha parlato pure di «lavori elettrici, del costo di almeno 16.000 euro, che Giacchetto fece effettuare presso la sua abitazione o nel suo villino e che mi disse di pagare a seguito di alcune fatture emesse nei confronti della Sicily comunication Srl».

Lo stesso ex collaboratore di Giacchetto parla ancora di un «ricevimento di nozze, del costo di 11.100 euro presso Palazzo Villarosa. Ricevimenti che Giacchetto mi disse di pagare recandomi personalmente dal titolare. Non ricordo chi fosse il festeggiato ma sono sicuro che si trattava di un parente di un funzionario Ciapi o della Regione Siciliana».

Tra i costi fatturati spicca un viaggio di lusso del costo di 36.350 euro effettuato in Tunisia dal «22 al 26 agosto 2008 da Giacchetto – racconta il pentito – con la sua famiglia e con quella degli onorevoli Scalia e Scoma, Gentile e Sparma (gli ultimi due sono stati arrestati ieri, ndr) ». E c’è anche una curiosità raccontata nei verbali: «A seguito di problemi inerenti il mancato riconoscimento di suite imperiali, il costo del suddetto viaggio venne parzialmente rimborsato dall’agenzia».

Pagato con fattura alla società di Giacchetto anche «un soggiorno a Capri e specificatamente al Quisisana, uno degli alberghi più esclusivi d’Italia, del costo di 12.869 euro, effettuato da Giacchetto e da Francesco Scoma (senatore Pdl indagato per corruzione, ndr) con le relative signore». E poi un soggiorno al’Hotel Baia d’Ulisse, pranzi, cene, persino una cameretta per bambini e una sponsorizzazione di 60.000 euro in favore della Pallacanestro Ribera», che «a dire del Giacchetto – ha spiegato Vitale – era stata richiesta da Marcello Massinelli, amico di Salvatore Cuffaro». E ancora: una borsa Louis Vuitton da 1.100 euro sempre fatturata alla Sicily comunication Srl.

«A seguito della consultazione della contabilità della Sicily – racconta lo stesso pentito ai pm – ricordo, tra le molteplici spese effettuate per conto del Giacchetto: un orologio marca Patek Philippe, del costo di 24.500 euro, che Giacchetto scelse e ritirò da Palumbo & Gigante Srl e che mi disse di pagare dietro presentazione di regolari fatture emesse nei confronti della Sicily comunication Srl; materiale promozionale per una manifestazione politica, del costo di 8.000 euro, che a dire di Giacchetto era per conto dell’onorevole Luigi Gentile».

E’ stato ascoltato il 4 giugno Angelo Vitale, legale rappresentante della Sicily comunication Srl (ora Media Consulting Srl) e della Media Center & Management Srl. «Fu il citato Giacchetto – ha dichiarato Vitale – a dirmi che il Ciapi doveva pubblicizzare delle iniziative e che avrei potuto partecipare a delle gare nonché avere degli incarichi (…) partecipavo alle suddette gare – che si svolgevano a trattativa privata tra 4-5 imprese – ed il più delle volte mi sono aggiudicato gli appalti, altre gare le ho vinte in quanto esclusivista». E ancora: «Devo ammettere, però, che una consistente parte delle somme bonificate dal Ciapi in favore della Media Center & Management Srl (ma anche da altre società clienti della Media Center & Management Srl) le ho dovute trasferire al Giacchetto Faustino attraverso la simulazione di alcune operazioni immobiliari”.

«Conosco Giacchetto Faustino nel 2003 e da allora, con il senno di poi, posso affermare che sono iniziate tutte le mie disavventure. Inizialmente l’ho ritenuto una persona perbene e corretta ma, con il passare degli anni, così non si è rivelato. (…) Nel 2006 mi convinse a costituire la Sicily comunication Srl (oggi Media Consulting Srl) e ad amministrarla. Tale società si occupava di comunicazione: era ed è tutt’oggi un centro media.

«Sono in imbarazzo nel rendere queste dichiarazioni – ha proseguito Vitale – ma, in pratica, col tempo sono diventato un factotum di Giacchetto che, a fronte della corresponsione di uno stipendio mensile di circa 3.000 euro, mi dava indicazioni sul come gestire la Sicily comunication Srl e la Media Center & Management Srl. Dal 2008 ad oggi, tutte le operazioni commerciali e finanziarie poste in essere da quest’ultime società sono state ideate e gestite dal Giacchetto Faustino che si avvale della mia prestazione e di quella di (…) che è un altro factotum del Giacchetto al quale, nel 2010, ho formalmente trasferito la proprietà e l’amministrazione della Sicily comunication Srl, poi divenuta Media Consulting Srl Col passare degli anni la mia soggezione nei confronti del Giacchetto è aumentata a dismisura: mi ha psicologicamente annullato come persona e come uomo, tutte le mie azioni sono state e sono tutt’ora da lui completamente controllate».

Secondo le dichiarazioni che due ex collaboratori di Giacchetto, oggi “pentiti”, avrebbero reso ai magistrati di Palermo, oltre ai viaggi, agli appartamenti in uso gratuito e al pagamento di spese elettorali e pubblicitarie, alcuni politici avrebbero beneficiato di veri e propri “pagamenti in natura”.

Dal verbale dell’interrogatorio di uno dei due ex collaboratori emerge la dichiarazione di «un bonifico di 3.000 euro che aveva come causale “Sara”. Giacchetto – secondo quanto esposto dal testimone – mi disse di effettuare il bonifico in favore della soubrette Sara Tommasi. Dopo qualche giorno mi fece avere una bozza di contratto di cessione dei diritti di utilizzo di immagine fotografiche tra la Media Center e la Tommasi, affinché lo firmassi. Non avendo mai ricevuto il contratto firmato dalla controparte né la fattura per il bonifico effettuato alla Tommasi, chiesi notizie a Giacchetto, che mi fece intendere che non si trattava di un servizio fotografico, ma di un pagamento per delle prestazioni di altra natura».

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