White List. Imprese, il rating «siciliano» promosso dal governo

<strong>White List</strong>. Imprese, il rating «siciliano» promosso dal governo

Last updated on Ottobre 2nd, 2012 at 03:06 pm

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Il ruolo degli imprenditori può essere anche quello di dare buone idee alla politica. Che, talvolta, ha la lungimiranza di trasformarle in fatti concreti vincendo – in tempi record – tutte le resistenze della “lentocrazia”. È successo alla proposta di Antonello Montante, che ieri s’è detto «soddisfatto per la velocità e soprattutto per la condivisione bipartisan che trasformerà in legge il rating per le imprese virtuose». In effetti la giornata di ieri ha registrato una forte accelerazione sulla proposta lanciata dal vicepresidente di Confindustria Sicilia, delegato nazionale del presidente Emma Marcegaglia in materia di rapporti con le Istituzioni per il controllo del territorio. «Il rating delle imprese virtuose – ha ricordato Montante – è un modo per valorizzare chi ha i conti in ordine, chi non paga il racket. L’obiettivo è di arrivare a una “white list”, a una lista di aziende pulite a cui riservare una pista prioritaria per prestiti e appalti».

Il ministro della Giustizia, Paola Fornero, nell’audizione di ieri in commissione Antimafia si è espressa favorevolmente. Il rating d’impresa, se messo in condizione di funzionare, per la Severino «può risolvere i problemi» perché non sarebbe più «il “ceritificatino” da sventolare», ma un vero e proprio «monitoraggio della qualità dell’impresa». «Una soluzione impegnativa in cui tutti ci dobbiamo impegnare – ha affermato il Guardasigilli – ma l’intenzione di farlo c’è». E la dimostrazione che questo sia un tema che il governo ha a cuore («Vorremmo dare un rilevante contributo», dice il ministro) è il fatto che nel decreto Crescitalia questo sia «espressamente inserito». E in effetti la corsia prilegiata che il governo Monti ha riservato alla proposta lanciata da Confindustria Sicilia ha già portato all’approvazione del testo al Senato, con un importante appuntamento per il 24 alla Camera per il voto definitivo. Intanto la prossima settimana è già in programma il primo incontro del tavolo tecnico coordinato dal ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri (con ministero della Giustizia, Antitrust, Abi, Confindustria e Direzione nazionale antimafia) per definire gli strumenti applicativi concreti del rating. Con qualche proposta sulla quale cominciare a discutere: «Nelle more che sia conclusa una valutazione complessiva – ha detto ieri il ministro Severino – si può pensare di applicare il rating di impresa agli appalti, al settore delle costruzioni e a quello edile. Questo potrebbe essere il settore in cui avviare una sperimentazione» per poi allargare il modello ad altri settori». Il ministro Severino ha definito «encomiabile lo sforzo di Confindustria Sicilia nel prevedere sanzioni per chi non denuncia», ma ha anche sottolineato che lo ritiene un metodo «efficace solo se autogenerato e non reso obbligatorio».

«Ho molto apprezzato – commenta Montante – le parole del ministro Severino, così come sono particolarmente soddisfatto della condivisione diffusa, dal vicepresidente del Csm Vietti al procuratore della Dna Grasso, ma anche dell’appoggio bipartisan della politica». Montante sostiene l’utilità pratica dello strumento: «Il rating, in un contesto in cui le imprese trovano difficoltà nel rapporto con le banche perchè hanno una bassa valutazione e quindi ottenere fidi diventa difficile, un’autorità super partes in grado di attestare la benemerenza dell’impresa virtuosa può dare davvero ossigeno, salvando migliaia di imprese e di occupati. No, questa – precisa Montante – non è una battaglia di principi o di simboli, ma una concreta prospettiva di salvezza per le imprese che scelgono di avere tutte le carte in regola».

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