Cosa Nostra fra i No Muos. Bufera su Crocetta: “Falsità”

<strong>Cosa Nostra fra i No Muos</strong>. Bufera su Crocetta: “Falsità”

All’indomani dell'”invasione” della base Usa da parte dei No Muos, a tenere banco è la polemica sulle dichiarazioni del presidente della Regione, Rosario Crocetta, che, in un’intervista su Repubblica, sussurra l’ipotesi di infiltrazioni mafiose nei No Muos.

Il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta

«Avevo avvertito dei pericoli, nei mesi e nelle settimane scorse, i ministri degli Interni: prima la Cancellieri, poi Alfano», dice Crocetta. Il quale sostiene che a manifestare ci siano «punte estremiste che esasperano la lotta. Ma ci sono anche altre infiltrazioni». Mafia? «Sì». Perché «in una realtà come quella di Niscemi è scontato che anche gli ambienti della criminalità organizzata si approprino di una vicenda del genere».

Un’accusa già lanciata dal presidente lo scorso 4 agosto, intervistato da La Voce di New York, sostenendo che all’interno del movimento ci sono «gli attivisti intransigenti, i No Muos, alcuni No Global, parte degli anarco-insurrezionalisti ed esponenti di ambienti mafiosi».

E le indignate reazioni non si fanno attendere. Concetta Gualato, coordinatrice delle “Mamme No Muos” di Niscemi: «Crocetta si inventa la presenza della mafia tra i No Muos perché non sa come giustificare il suo voltafaccia. La mafia parte dai palazzi del potere e sta facendo gli interessi degli americani. I mafiosi oggi indossano la cravatta e non sono certo tra i manifestanti, gente semplice e generosa». E sul sito dei No Muos Sicilia una nota più che mai attuale: «Da bravo teatrante e professionista della drammatizzazione mediatica, il Governatore Crocetta cerca di far passare la legittima indignazione dei cittadini siciliani, al suo improvvido dietrofront sul Muos, come un’atteggiamento preconcetto di sedicenti No Global, intransigenti e anarco-insurrezionalisti, collusi – ovvio! – con la mafia». I comitati invitano Crocetta a Niscemi, per «raccontare la verità sugli squallidi maneggi che lo hanno convinto ad annullare le revoche» e per «dire in cambio di che cosa ha venduto verità e dignità, guardando negli occhi le persone che ha venduto».

Inferociti anche i partiti e i movimenti presenti alla manifestazione nazionale di venerdì. «È sempre la solita storia: se sei con lui sei buono, se non sei con lui non sei buono», ironizza Giancarlo Cancelleri, capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars. Rifondazione comunista annuncia una querela «contro le reiterate esternazioni terroristiche di Crocetta».

Mimmo Cosentino, della segreteria regionale del Prc, aggiunge: «Crocetta fa invece finta di non sapere che buona parte dei lavori e delle forniture sono riconducibili a ditte legate e/o contigue agli interessi mafiosi». Concetto ripreso da Sel Sicilia: «Chieda scusa o porti prove incontrovertibili a sostegno delle sue bizzarre tesi e ricordi che allo stato attuale gli unici elementi che connettono Muos e mafia sono contenuti nelle segnalazioni della Dda su interessi economici di diverse ditte impegnate nella realizzazione dei lavori».

Critici anche Fabio Granata, Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, promotori nazionali di Green Italia: «Fra un po’ anche chi si opporrà a nuove ricerche petrolifere o a qualche discarica da far realizzare in alcune cave nel cuore di luoghi dell’anima sarà tacciato di mafiosità: oramai siamo all’avanspettacolo». E Agesci, Arci, Legambiente e Libera certificano: «La partecipazione delle nostre associazioni all’iniziativa è stata pacifica, responsabile e nel solco delle battaglie pacifiste, ambientaliste ed antimafiose di Pio La Torre».

Il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri (Pdl): «Quindi i suoi elettori delusi sono anche mafiosi? O lui spara fesserie per coprire la palese incapacità che dimostra ogni giorno? Crocetta fa lo showman ma nel campo la Sicilia ha offerto ben di meglio. Se ne vada e lasci fare anche la lotta alla mafia alle persone serie».

Il governatore, nel pomeriggio, prova a rintuzzare le polemiche: «Basta con strumentalizzazioni e demagogia, sul Muos il governo regionale è obbligato dalla legge». E contrattacca: «Qualche gruppo che mi attacca mente sapendo di mentire, perché sa che oggi, quella del Muos, è una vicenda nazionale e che le decisioni possono prenderle il governo nazionale e il ministero della Difesa. Eppure tali gruppi non hanno presentato, finora, alcuna richiesta al ministro della Difesa chiedendo di rivedere l’istallazione. Come dire: demagoghi in piazza e reticenti in parlamento. I duri e puri rivolgano altrove la loro attenzione e si distacchino da manifestazioni violente perché non è trasformando Niscemi in un’arena di violenze e scontri che si risolve la situazione, ma affrontando un dialettico e democratico confronto col governo nazionale».

Lo stesso dialogo che Crocetta chiede ai No Muos per «evitare che accadano ulteriori episodi di violenza, per niente belli in un paese civile e democratico».

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