Panepinto (Pd): “Subito i cantieri di servizio”

<strong>Panepinto</strong> (Pd): “Subito i cantieri di servizio”

Se la mission dei cantieri di servizio previsti voluti dal governo regionale è quella di dare un immediato ristoro economico ai nuclei familiari che hanno un reddito al di sotto della soglia di povertà, allora, bisogna evitare le lungaggini burocratiche previste dalla direttiva assessoriale, pubblicata sulla Gurs dello scorso 28 agosto.

Giovanni PanepintoA sostenerlo è il deputato all’Ars del Pd, Giovanni Panepinto, di professione segretario comunale, nonché sindaco di Bivona (Agrigento). I cantieri di servizio, com’è noto, oltre che alla sistemazione dell’arredo urbano, sono destinati anche ai servizi sociali ed a quelli scolastici.

«L’intuizione del presidente Crocetta sulla necessità di dare immediatamente respiro alle economie locali – ha dichiarato Panepinto – non va sprecata. I 50 milioni previsti per l’avvio dei cantieri di servizio possono certamente dare speranza a ventimila disoccupati le cui aspettative non possono venire frustrate da lungaggini burocratiche. Infatti, il mezzo scelto, come ammette lo stesso assessore Bonafede, non velocizzerà la spesa e tra l’altro, non è ancora chiaro quali saranno i criteri per la draguatoria dei progetti presentati. Mi pare più opportuno, per l’applicazione immediata di una norma di tale valenza, che il governo cambi impostazione, tenendo conto che i comuni hanno già uffici specializzati in materia di servizio civico che non si discostano dallo spirito dei cantieri».

Per Panepinto, «sarebbe conveniente che l’assessore piuttosto che avventurarsi nella stesura di una graduatoria delle richieste dei comuni, provvedesse piuttosto ad assegnare le somme secondo una semplice ripartizione sul numero di abitanti, liberando la procedura da accuse di discrezionalità e dalle lungaggini della esigenza di approntare centinaia di decreti di assegnazione».

Come è noto, può essere ammesso ai cantieri sociali solo un rappresentante per ogni nucleo familiare con un reddito sotto la soglia di povertà. L’impegno lavorativo non può superare i tre mesi e non è replicabile: se la Regione dovesse stanziare ulteriori risorse per questo genere di servizi, la preferenza scatterebbe per i rappresentati di quei nuclei familiari che non dovessero essere chiamati al lavoro in questa prima tornata.

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