Muos, si apre uno spiraglio europeo

<strong>Muos</strong>, si apre uno spiraglio europeo

La Corte dei diritti dell’uomo potrà esaminare il ricorso che da Niscemi dovrà essere formalizzato.

Nuovi importanti spiragli nell’azione di contrasto al progetto di installazione delle antenne Muos a Ulmo. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha accolto il ricorso presentato nel mese di luglio dai consiglieri comunali dell’Idv Giuseppe Rizzo e Sandro Tizza, richiedente l’adozione di atti volti a salvaguardare la salute umana e l’ambiente del territorio di Niscemi dal pericolo dell’alta emissione di onde elettromagnetiche che si teme l’impianto possa causare.

muosI due consiglieri comunali dell’Idv avevano presentato a luglio il ricorso per bloccare i lavori di realizzazione dell’«ecomostro», alla Corte di giustizia dell’Unione europea.

Il ricorso è stato inviato anche al presidente della Commissione europea Josè Manue Barroso, al presidente della Commissione europea per la salute John Dallì, al presidente della Commissione europea ambiente Janez Potocnick, al presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz, al cancelliere della Corte europea dei diritti dell’uomo, al Consiglio europeo e, per conoscenza alla Procura di Caltagirone, al sindaco di Niscemi ed agli onorevoli del gruppo europarlamentare dell’Idv Nicolò Rinaldi, Giommaria Uggias e Gianni Vattimo.
Nella lettera di riscontro, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha inviato il formulario del ricorso che dovrà essere debitamente compilato e trasmesso entro il 22 ottobre prossimo, data ritenuta valida per l’introduzione del ricorso, nonché un codice a barre che dovrà essere utilizzato in tutta la corrispondenza con la Corte, relativamente al ricorso No Muos.

Nel ricorso presentato alla Corte europea dei diritti dell’uomo, i consiglieri dell’Idv Giuseppe Rizzo e Sandro Tizza, hanno fatto appello all’applicazione della direttiva relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatica e del rispetto dei vincoli Sic (Sito d’importanza comunitaria), Zsc (Zona speciale di conservazione) e Zps (Zone protezione speciale).

«La stazione radio delle forze armate Usa – hanno scritto nel ricorso i due consiglieri comunali dell’Idv – è ubicata in una riserva naturale ed è stata costruita senza il rispetto delle norme urbanistiche e ambientali.
Sono stati violati i diritti civili di un’intera comunità, che democraticamente difende un territorio, per evitare la costruzione di una base non pacifica – ma bellica e, vengono calpestati i valori democratici degli articoli 11 e 32 della Costituzione Italiana».

Intanto martedì mattina intanto, è uscita dalla Base militare americana di Ulmo scortata da polizia e carabinieri, una delle grosse gru della ditta Comina arrivate nel cantiere Muos la notte dell’11 gennaio scorso.
Oltre alla gru sono usciti alcuni autoarticolati.
Malgrado la ripresa dei lavori, nessuna ancora delle tre gigantesche paraboliche è stata sollevata nelle piattaforme con le torri già completate.

I No Muos che tengono costantemente d’occhio dall’esterno il cantiere militare statunitense, si chiedono come mai la grossa gru sia uscita dalla Base dato che le paraboliche sono in attesa di essere sollevate.
«Forse per sollevare le antenne occorrererà una gru ancora più grossa? », si chiedono i No Muos.

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