Caos rifiuti. Il 30 settembre è previsto l’ingresso in vigore del nuovo modello di gestione. L’assessore: «Non si torna indietro. Commissari inevitabili».
Proroga degli Ato rifiuti, sì o no? Sul dilemma si infiamma lo scontro politico, mentre il governo regionale si appresta a inviare commissari nei Comuni che ancora non hanno intrapreso il percorso di riforma del settore; e a mandare a casa tutti i liquidatori degli Ato. A chiudere il fallimentare pregresso degli Ambiti territoriali ci penserà un unico superliquidatore, a capo di una struttura con dei subcommissari della quale è stata già avviata la procedura di costituzione e che potrebbe anche occuparsi di regolare la fase transitoria del passaggio alle Srr laddove oggi non vi sia una gestione diretta del servizio da parte dei sindaci.
Sono giorni cruciali per il futuro del sistema dei rifiuti in Sicilia. Come prevede la legge, il prossimo 30 settembre andranno in pensione i 27 vecchi Ato, ma ancora non è pronto il nuovo modello di gestione affidato alle Società di regolamentazione dei rifiuti. L’assessore all’Energia e Rifiuti, Nicolò Marino, ha cercato di marciare speditamente inviando 120 commissari ad acta in altrettanti Comuni inadempienti. Finora sono state costituite 10 Srr e, di queste, 3 sono pronte ad operare: «Kalat» (provincia di Catania, fra Caltagirone e Grammichele), «Terra dei Fenici» a Trapani; e quella di Caltanissetta per la quale domani si terrà una riunione operativa in assessorato.
Otto le società che mancano all’appello, concentrate nelle province di Palermo, Agrigento e Messina. Ma le Srr non bastano: i Comuni devono presentare i piani di gestione, singola o in consorzio, all’interno degli Ambiti di raccolta ottimale: solo 15 le richieste per altrettanti Aro inviate all’assessorato.
Insomma, non si sa bene chi fra tredici giorni garantirà la continuità dei servizi e l’occupazione dei lavoratori nei vari territori fino all’entrata a regime del nuovo sistema. I sindacati sono fortemente preoccupati. Tant’è che Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti hanno denunciato «pressioni dei liquidatori degli Ato per ottenere una proroga della loro gestione». Nella nota sostengono che «se a tre anni di distanza dall’entrata in vigore della riforma non si è ancora raggiunto alcun risultato e non si è potuto concretamente dar vita ai nuovi soggetti che assumeranno la piena gestione del ciclo integrato dei rifiuti, le responsabilità sono da imputare, oltre che ad alcuni sindaci, anche ai commissari liquidatori».
Le tre sigle ne parleranno oggi con Marino, nell’incontro convocato per definire alcune parti dell’accordo (già firmato, che regola il passaggio dei lavoratori dalla vecchia alla nuova gestione) e che in realtà sarà dedicato principalmente all’ordinanza che l’assessorato sta predisponendo per la firma del presidente della Regione Rosario Crocetta, sulle modalità con cui dovrà essere assicurata ovunque la continuità di attività e personale fino al passaggio definitivo alle Srr.
Nicolò Marino si lascia scappare qualche anticipazione: «In alcuni Comuni la situazione è tale per cui il commissariamento sarà inevitabile. Negli enti dove oggi c’è una gestione diretta, se non sono pronti ad una trattativa privata fino alla gara definitiva di appalto del servizio, suggeriremo caso per caso come procedere in via transitoria. E dove esistono affidamenti a società o terzi, si andrà alla proroga dei rapporti. Stiamo decidendo chi lo farà: se, in deroga, il presidente della Srr, oppure un commissario, o lo stesso liquidatore unico». «Ma una cosa è certa – conclude Marino – non si tornerà indietro e non ci saranno proroghe. I liquidatori andranno a casa e noi ci sostituiremo per compiere tutti gli atti che mancano all’avvio completo della riforma».
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