Crocetta-Pd, rotto il ghiaccio il rimpasto slitta al nuovo anno

<strong>Crocetta-Pd</strong>, rotto il ghiaccio il rimpasto slitta al nuovo anno

L’atteso incontro tra il presidente della Regione, Crocetta, e il gruppo parlamentare del Pd, a palazzo dei Normanni, è cominciato lunedì sera inoltrata, dopo le 20, ed è continuata per diverse ore. Dalle indiscrezioni filtrate il confronto sarebbe stato molto tranquillo e sereno.

politica_vittoria_crocettaLo stesso Crocetta, al suo arrivo, ai cronisti che gli chiedevano se si sentisse a disagio a entrare nella tana del lupo, ha risposto: «Perché mai? Sono iscritto al Pd.

Per me è normale essere qui. Mi auguro, comunque, che questa riunione rappresenti l’inizio di un nuovo percorso. Deve prevalere il senso della ragione; è il tempo di discutere delle cose da fare e dei problemi da affrontare».

Seduto tra il capogruppo all’Ars, Gucciardi, e il segretario regionale, Lupo, Crocetta ha ascoltato gli interventi dei deputati, a cominciare da Gucciardi che non ha mai smesso di tenere aperta la via del confronto, anche serrato, con il presidente della Regione.

Lupo ha ribadito quanto stabilito dalla direzione regionale del Pd che, oltre allo scioglimento del Megafono, ha chiesto le dimissioni dei quattro assessori di area Pd, con il conseguente rimpasto della Giunta. Argomento finora tabù per Crocetta che non intende cambiare l’assetto del suo governo alla vigilia di un impegnativo tour de force che entro il 31 dicembre dovrà portare al compimento del processo riformatorio degli enti locali e all’approvazione di Bilancio e finanziaria.

I toni della discussione, contrariamente a quanto accade in questo tipo di riunioni, sono stati sereni. Dialogo, innanzitutto: è stata la parola d’ordine che tutti si sono imposti. Il presidente della Regione ha ascoltato con attenzione i temi programmatici che sono stati messi sul tavolo, le preoccupazioni per l’emergenza sociale e le ricette per imboccare la via dello sviluppo.

Sul tema «bollente» – cioè, il rimpasto di Giunta – Crocetta ha proposto di riprendere l’argomento dopo la conclusione della stagione congressuale che vivrà il suo clou l’8 di dicembre con le primarie per l’elezione del segretario nazionale. Non sono state alzate le barricate di fronte a questa proposta che inevitabilmente farebbe slittare l’argomento a dopo la conclusione della sessione legislativa: cioè, all’anno nuovo.

La proposta di Crocetta di deporre momentaneamente le armi è stata accolta dal gruppo del Pd, ma tenendo ferme le decisioni della direzione regionale. Le posizioni rimangono ancora distanti, ma i “pontieri” sperano di ravvicinarle. Un ulteriore segnale Crocetta l’aveva lanciato in mattinata chiedendo ad alcuni deputati cosa ne pensassero di eleggere Cracolici alla presidenza della commissione Affari istituzionali al posto di Forzese.

L’importante, lunedì sera, era rompere il ghiaccio e riprendere il dialogo.

Anche per evitare che venerdì prossimo, il presidente della Regione non si trovi in contrapposizione con il suo partito quando dovrà rendere all’Ars le dichiarazioni sullo stato di salute della sua maggioranza.

Peraltro, oggi dovrebbe essere formalizzata la mozione di sfiducia preparata da M5S e Gruppo Musumeci. Mozione sulla quale manca la diciottesima firma, quella di Currenti (Musumeci) che si è detto contrario alla sfiducia.

Se Currenti dovesse rimanere sulle sue posizioni, la diciottesima firma sarà quella del vicecapogruppo del Pdl, Falcone, che lunedì è tornato ad attaccare il governo regionale sugli sprechi nel servizio di emergenza-urgenza, il 118.

«La settimana scorsa – ha dichiarato Falcone – l’assessore alla Salute, Borsellino, aveva gridato allo scandalo per le facili promozioni e gli sprechi del 118, gestito dalla società partecipata Seus; ieri, invece, scopriamo che con una manovra interna di bilancio alla stessa società l’assessore Borsellino riconosce altri 4,5 milioni rispetto allo stanziamento iniziale di 141 milioni».

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