L’Ue punta sui giovani e sulla competitività

<strong>L’Ue punta sui giovani</strong> e sulla competitività

Il quadro del bilancio 2014-20 passa a larga maggioranza.

Dopo tre anni di negoziati e veti incrociati tra paesi e istituzioni europee, dieci giorni fa, l’aula di Strasburgo ha approvato a larghissima maggioranza il bilancio dell’Unione europea per il settennio 2014-2020. Con una programmazione pari a 908 miliardi di euro in spese e 960 in impegni finanziari, il testo approvato taglia del 3,5 gli impegni previsti dal precedente bilancio.

UEPer molti il voto del parlamento europeo ha suggellato la vittoria del fronte rigorista, guidato dagli inglesi, sostenuti alla fine da tedeschi e nordici. E c’è chi sostiene che l’accordo non reggerà quanto previsto perché non riesce ad assicurare livelli minimi di solidarietà tra gli stati membri.

«Sia il Parlamento europeo che la Commissione volevano più risorse. Ma anche così, una solo anno di bilancio europeo è superiore – ai prezzi attuali – all’intero piano Marshall a suo tempo».

La Commissione Europea invita a guardare il bicchiere mezzo pieno. Il nuovo quadro finanziario raccoglie il consenso di tutti gli attori, i 28 stati membri e il Parlamento europeo. L’articolo 312 del Trattato di Lisbona sul funzionamento dell’Ue ha infatti sancito il quadro finanziario pluriennale (della durata di almeno 5 anni) nel diritto primario dell’Unione europea: è una legge europea e come tale vincolante per gli stati membri. Non sono più sufficienti gli accordi intergovernativi, che producevano effetti solo tra i paesi sottoscrittori. Inoltre, è prevista una speciale procedura legislativa, e cioè l’unanimità in Consiglio e l’approvazione del Parlamento Europeo.

Il quadro finanziario pluriennale 2014-2020 stabilisce gli importi annui massimi che l’UE potrebbe spendere in diversi settori politici. Non si tratta dunque del bilancio dell’Ue per i prossimi sette anni, ma fornisce un quadro di programmazione e di disciplina di bilancio, assicurando che la spesa dell’UE è prevedibile e rimane entro i limiti concordati.

In un seminario organizzato a Roma per la stampa, Silvano Presa, direttore spese presso la direzione generale Bilancio della Commissione europea, ha illustrato i punti salienti dell’accordo e le strategie di crescita dell’Europa in tempi di ristrettezze.

Tra gli altri elementi dell’accordo, la maggiore flessibilità per pagamenti (contanti o trasferimenti bancari ai beneficiari) e impegni (obblighi giuridici a fornire finanziamenti, purché siano soddisfatte determinate condizioni) a favore di crescita e occupazione giovanile; l’anticipazione (2014-2015) dei programmi di spesa per l’occupazione giovanile (6 mrl) e (parzialmente) per ricerca, Erasmus e Pme; l’aumento degli stanziamenti di pagamento nel bilancio 2013 al livello richiesto dalla Commissione; e la verifica del QFP nel 2016, quando in Commissione si potranno fare proposte di modifica tenendo pienamente conto della situazione economica al momento, così come le più recenti proiezioni macroeconomiche.

Ma come è stata razionalizzata la spesa? La distribuzione della spesa nelle sei categorie di spesa, corrispondenti a diversi settori di attività dell’Ue, dà un’indicazione di quali siano i settori su cui l’Ue ha deciso di puntare le limitate risorse messe a disposizione. I settori in cui quelle risorse «generano maggiori benefici per l’insieme dell’Ue e per rilanciare gli investimenti».

Nel QFP 2007-2013 il capitolo della «Competitività» (che comprende la ricerca e innovazione, istruzione e formazione, reti transeuropee nel settore dell’energia, dei trasporti e delle telecomunicazioni, la politica sociale, lo sviluppo delle imprese, ecc.) assorbiva il 9,2% delle risorse, nel QFP 2014-2020 ne assorbirà il 13,1%.

La quota di spesa per la coesione economica, sociale e territoriale cala dal 35,7 al 33,9%. Lo stesso vale per la «Crescita sostenibile» (comprende la politica agricola comune, politica comune della pesca, lo sviluppo rurale e le misure ambientali) che assorbe il 38,9% delle risorse, quasi quattro punti in meno di quanto destinato al capitolo nel precedente QFP.

Cresce la quota di risorse assorbita anche dai capitoli «Sicurezza e cittadinanza» (comprende giustizia e affari interni, protezione delle frontiere, immigrazione e di asilo, sanità pubblica, protezione dei consumatori, la cultura, la gioventù, ecc), «Europa globale» (politica estera dell’Ue) e «Amministrazione» (copre le spese amministrative di tutte le istituzioni europee, le pensioni e le scuole europee), in nessuno di questi casi, tuttavia, la crescita è maggiore dell’1%.

Previsti, inoltre, dei meccanismi di flessibilità che consentono all’UE di mobilitare i fondi necessari per reagire a eventi imprevisti, quali situazioni di crisi e di emergenza, come la Riserva per aiuti d’urgenza, il Fondo di Solidarietà, lo Strumento di flessibilità, e il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione.

P.C.

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