Last updated on Ottobre 2nd, 2012 at 01:01 pm
Paese pieno di storia e di leggende, Castiglione fu abitata dai Greci già dal 403 a.C., che avevano capito sin d’allora il punto nevralgico in cui era situato, e costruirono sulla rocca un punto d’avvistamento fortificato a controllo dell’unica via d’accesso per l’interno della Sicilia. Nel corso dei secoli si avvicendarono romani, che costruirono ponti, arabi che rivoluzionarono i sistemi d’irrigazione e giunsero persino ad allevare coccodrilli nel fiume Alcantara, normanni e svevi , sotto i quali Castiglione divenne città regia, e Ruggero di Lauria, ultimo feudatario.
Castiglione (che oggi comprende sette frazioni: Rovitello, Solicchiata, Passopisciaro, Verzella, Gravà, Mitogio e Castrorao) si sviluppò e prosperò sotto tutte le dominazioni: il castello (Castel Leone) continuava a fortificarsi, si costruivano chiese e palazzi, grazie alla ricchezza proveniente dalla coltura e dalla lavorazione del lino e delle nocciole.
Fra le bellezze castiglionesi da non perdere assolutamente, oltre al Castello anche le cube basiliane e il cosiddetto «Cannizzu», una torre d’avvistamento che si racconta sia stata spaccata in due da un terribile fulmine.
«U cannizzu», uno dei simboli di Castiglione, di recente restauro per conservarlo dalle intemperie del tempo, è dislocato proprio in uno dei siti più incantevoli del paese: una parete a strapiombo è frammezzata da stretti passaggi tra blocchi di arenaria, diverse grotte di origine eolica, che un tempo ospitavano uomini, si aprono tra uno strato e l’altro di roccia e danno riparo a lucertole e pipistrelli; un fertilissimo terriccio, fa crescere rigogliosi ulivi, viti, fichidindia ed altri alberi da frutta, tanto da dare al luogo l’aspetto di un paradiso.
Sul territorio di Castiglione di Sicilia insistono colture di diversa natura: vigneti, uliveti, noccioleti, castagneti e frutteti. Inoltre 660 ettari, prevalentemente su terreno lavico, sono coltivati a vigneti, e ciò ha contribuito a far fregiare il paese col nome di Città del Vino: difatti si contano a Castiglione numerose case vinicole tutte d’alto pregio.
Città del vino, si, ma anche luogo di grandi tradizioni culinarie, espressione della civiltà contadina. Da gustare i maccheroni fatti in casa e conditi con il ragù di maiale e ricotta al forno, i “tagghiarini” alle ortiche ed il coniglio selvatico, ma anche le “fave a maccu”. Da cucinare rigorosamente alla brace le carni di maiale, castrato, agnello e capretto. Tipiche sono le conserve, la mostarda, i formaggi e gli insaccati. Ottima la frutta, ma anche le castagne e le nocciole, che fanno da base ai caratteristici “cuddureddi”, tipici dolci di Natale ripieni di nocciole e miele, anch’esso locale, così come le provole, il pecorino siciliano e la ricotta. Tra i dolci da annoverare quelli alle mandorle, alle nocciole ed ai pistacchi, ed i deliziosi “sciauni”, frittelle di ricotta fresca.
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Castiglione di sicilia fu abitato sicuramente dai siculi. Mentre il nome era Castrumleonis o castelleonis
ovvero castello dei leoni