I bilanci delle prime 28 cantine siciliane: tra fatturati ed utili ecco chi guadagna di più

I bilanci delle prime 28 cantine siciliane: tra fatturati ed utili ecco chi guadagna di più

Riceviamo e volentieri pubblichiamo, un articolo di Sebastiano Torcivia che, ormai come ogni anno, analizza i bilanci delle maggiori cantine siciliane.

di Sebastiano Torcivia*

Come ogni anno, con il deposito dei bilanci delle aziende vitivinicole ed ottenute le necessarie informazioni dalle altre aziende, con diversa forma societaria, si vuole dare un quadro del settore vitivinicolo regionale, delle aziende “grandi”, quelle che cioè, con nostra classificazione, utilizzata e nota da oltre dieci anni, raggiungono il milione di pezzi tra confezionati e imbottigliati, quale sia il packaging e formato utilizzato, con valori riferiti, all’unità di misura di 0,75 litri. Sono ventotto le aziende in Sicilia che soddisfano la metodologia utilizzata. Di queste, ventidue hanno forma di società di capitali (diciotto tra srl e spa) e di società cooperativa (quattro); sei sono società di persone  e similari (Planeta, Gorghi Tondi, Maremonti, Buccellato, Aziende agricole Pollara, Intorcia). Di tali aziende disponiamo dei dati necessari per le successive elaborazioni, ad eccezione delle aziende in forma di società di persone, che non hanno obbligo di pubblicazione presso l’Ufficio Registro delle Imprese. Iniziamo la nostra analisi da alcuni dati di sintesi che ci aiutino ad avere una percezione della dimensione di tali aziende con riferimento al settore nel suo complesso. Il valore del fatturato complessivo raggiunge i 371,5 milioni di euro.

Ventotto aziende, pari al 3,5 % del totale delle aziende imbottigliatrici del settore in regione (circa 800), raggiungono valori, aventi una notevole concentrazione nel settore. Quali i principali indicatori, valori e le dinamiche intervenute con riferimento all’esercizio 2017? Vi è un miglioramento del fatturato complessivo, con 24,1 milioni circa di incremento, pari al 6,95%. Vi è, altresì, un miglioramento complessivo e rilevante del risultato reddituale di tutte le aziende, che raggiunge un valore complessivo di circa 10 milioni di euro, se si esclude la rilevante perdita dell’azienda Duca di Salaparuta (-5.651.959 euro). Più in dettaglio, si evidenziano, con riferimento al fatturato: due sole aziende con valori maggiori di 40 milioni di euro Ermes (63,1 milioni di euro) e Settesoli; nove aziende con fatturati superiori ai 10 milioni di euro e minori di 40 milioni; sette aziende con fatturato compreso tra 5 e 10 milioni di euro; sei aziende con fatturato inferiore ai 5 milioni di euro. Con riferimento specifico al trend, rispetto ai valori dell’anno precedente ben diciotto aziende migliorano il loro fatturato, mentre le restanti cinque peggiorano tale dato, una sola rimane costante (delle rimanenti non si hanno dati specifici). Interessante notare come ben sei aziende siano tutte riuscite a consolidare il superamento del valore di circa 15 milioni di fatturato sul quale da tempo erano ancorate. Risalta, invece, la brillante performance dell’azienda Grottarossa (+28,66%), di Sibiliana Vini (+21,78%), di Solsicano (+21,58%), della Cantina Biergi (+17,81%), delle cantine Ermes (+ 17,65%), delle Cantine Paolini srl (+11,2’%), di Donnafugata (+ 9,91%). Notevole decremento per il fatturato per l’azienda Orestiadi (-63,31%), dovuto a scelte strategiche di riposizionamento sul canale Horeca e non più sulla Gdo e per l’azienda Ivam (-16,48%).


(La tabella con i primi dieci posti)

Un‘analisi particolare meritano le quattro società cooperative. La prima azienda siciliana, per valore di fatturato è Ermes altre hanno avuto più che buone performance con rilevante incremento del fatturato (Settesoli, Cantine Birgi e Cantine Paolini), per via dello sviluppo dell’export e di una certa ripresa dei conferimenti, mentre stabile risulta Colomba Bianca (+0,87%). Sul piano dei risultati reddituali occorre svolgere alcune necessarie considerazioni, tenendo conto che solo Duca di Salaparuta ha chiuso in perdita (-5,6 milioni di euro). In primo luogo, il reddito netto dovrebbe essere letto come la capacità dell’azienda di far residuare, per la eventuale e necessaria distribuzione agli aventi diritto, dopo la copertura di tutti i costi sostenuti per l’acquisizione dei fattori produttivi; quindi, un valore significativo rappresenta una più che buona capacità di gestione, di poter remunerare congruamente l’opera dell’imprenditore. Tali considerazioni trovano una lettura molto differente e particolare nel settore: la presenza di cinque aziende con un più che significativo valore del reddito netto, con segno positivo e cioè Cusumano, (+ 3,6 milioni di euro), Tasca d’Almerita (+1,4 milioni di euro) Donnafugata (+ 1,4 milioni di euro), Ermes (+1,3 milioni di euro) e Barone Montalto (+792 mila euro). Si tratta, tra l’altro, di aziende che confermano tali brillanti performance, in particolare la prima, con valori che, da oltre nove anni, si attestano, sempre su tali medesimi elevati livelli.

Tutte le altre aziende hanno risultati reddituali positivi e tra queste, con valori meno elevati di quelli di cui sopra, Tenimenti Zabù (167 mila euro), Solsicano (150 mila euro). Marginali le altre posizioni di risultato reddituale, con riferimento alle rimanenti aziende, sempre con utili d’esercizio. In linea con i precedenti risultati netti, da parecchi anni, è quello dell’azienda Duca di Salaparuta con una perdita d’esercizio rilevante, pari a meno 5,5 milioni di euro. Tale risultato, come già precisato gli anni passati, oltre a scontare l’appartenenza ad un gruppo, con logiche di consolidato fiscale, risente del rilevante valore dell’ammortamento dei marchi, scaturenti dal disavanzo di fusione, iscritto anni fa, in sede di acquisizione da parte della controllante Illva di Saronno, nonché da incrementi di costi per servizi, quali pubblicità e consulenze, sopravvenienze passive per contenziosi e minori vendite a società controllate dalla controllante. Le considerazioni complessive sulla reale capacità segnaletica del risultato reddituale sono molto complesse e non sempre sono rappresentative delle reali condizioni patrimoniali, finanziarie ed economiche dell’azienda, ma scontano condizioni di convenienza fiscale, di mimetizzazione e, alle volte di remunerazioni aggiuntive che, poiché erogate a componenti della compagine sociale, risultano costi deducibili in capo all’azienda ed, ovviamente, redditi percepiti direttamente da tali soggetti. Non secondaria è, altresì, la scelta effettuate di fare ricorso alla forma giuridica della società a responsabilità limitata agricola, con i connessi benefici fiscali.

In conclusione, l’anno 2017 è stato certamente un anno di sicuro consolidamento, sia per il rilevante miglioramento complessivo del fatturato, ma soprattutto del risultato netto d’esercizio, a livello di sistema regionale. Migliorato ancora l’export delle aziende più grandi, continuano i benefici effetti derivanti da scelte aziendali avviate in passato (Tasca d’Almerita), nonchè le scelte di patrimonializzazione (Cusumano, Tasca d’Almerita e Donnafugata), per una gestione più efficace ed efficiente.

IN QUESTO LINK SI PUO’ SCARICARE LA TABELLA COMPLETA

*Coordinatore del Master Universitario Masv, Manager delle aziende del settore vitivinicolo dell’Università degli Studi di Palermo

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