L’Associazione Nazionale Comuni Italiani non è orientata positivamente in merito alla sanatoria delle case abusive nei 150 metri dalla battigia (a patto che sia stata fatta la domanda nel 1985) che ha già passato il voto della commissione Territorio dell’Assemblea Regionale Siciliana.
Paolo Amenta, presidente dell’associazione siciliana dei sindaci, ha annunciato che sulla proposta portata avanti da Fratelli d’Italia e passata con i voti di tutto il centrodestra, convocherà “la commissione Urbanistica dell’Anci per realizzare un confronto fra esperti e amministratori locali dell’Isola per comprendere l’effetto di tale modifica normativa sui territori”.
L’Anci chiede comunque un confronto alla Regione Siciliana, prima del voto finale dell’aula, previsto a metà novembre. “È indispensabile -commenta Amenta- che vi sia un confronto con gli Enti locali vista la rilevanza del tema e l’impatto che l’attuazione di una norma di questo genere potrebbe avere sui Comuni”.
E contro la sanatoria si è mossa anche Legambiente. Il presidente nazionale, Stefano Ciafani, ha parlato di “norma palesemente incostituzionale”. “La Sicilia – ha aggiunto Ciafani – è una delle regioni dove il cemento abusivo dilaga, come emerge anche dall’ultimo report nazionale “Abbatti l’abuso””.
Secondo il dossier di Legambiente sulle mancate demolizioni nelle cinque regioni più a rischio, nei Comuni costieri siciliani presi in esame il rapporto tra ordinanze di demolizione eseguite e quelle emesse è del 19%. Dato che scende al 5% per la provincia di Catania e al 5,6% per quella di Siracusa. Risalendo la classifica, la provincia di Ragusa è al 15,9%, quella di Trapani al 18%, quella di Palermo al 18,3%, quella di Messina al 19% e quella di Agrigento al 37,9%.
Sicilia Notizie Cronaca Attualità News Politica Economia Lavoro Enogastronomia Sport Viaggi