Medicina da Tribunale. Riecco la cura Di Bella, un giudice la autorizza

<strong>Medicina da Tribunale</strong>. Riecco la cura Di Bella, un giudice la autorizza

Last updated on Ottobre 2nd, 2012 at 04:06 pm

Ricerca medica

Può una terapia, e soprattutto una terapia oncologica, essere prescritta da un giudice? Il dubbio sorge spontaneo «così come – sottolinea Ignazio Marino, ex direttore dell’Istituto Mediterraneo trapianti di Palermo e oggi senatore del Pd – se un processo fosse concluso da un medico». Eppure il giudice del tribunale di Bari, Maria Procoli, ha deciso di accogliere il ricorso presentato da un malato di cancro che chiedeva di essere curato con il metodo ideato dal prof. Luigi Di Bella tra il 1997 e il 1998.
E così, dopo anni di polemiche e la «bocciatura» della cura anche da parte della Cassazione nel 2008 – che disse no al risarcimento danni per la morte di un malato di tumore al quale era stato consegnato in ritardo il cocktail di farmaci della cura – si torna a parlare del contestato metodo. Il giudice ha infatti ordinato alla Asl di Bari la erogazione immediata e gratuita del trattamento, ma il direttore generale della Asl, Domenico Colasanto, ha già firmato il mandato ai legali dell’Azienda sanitaria per opporsi alla decisione del giudice.
«Non so cosa è successo a Bari ma comunque vorrei farvi notare che sono oltre duemila in Italia le sentenze che hanno condannato le Asl a erogare l’MdB». Giuseppe Di Bella, medico otorinolaringoiatra e continuatore dell’attività del padre Luigi, nato a Linguaglossa e morto a Modena nel 2003 alla soglia dei 91 anni, non si meraviglia affatto della decisione del giudice.
Decisione, tra l’altro, subito contestata dalla comunità degli oncologi che invita a «non riaprire la strada a false speranze per tanti malati». Mentre il ministro della Salute, Renato Balduzzi, si trincera dietro un no comment perché si tratta «di una vicenda che ha già avuto tempo fa un lungo percorso e si è ben definita».
«Il metodo Di Bella ormai è ufficiale e si trova nelle banche dati scientifiche mondiali» – incalza il figlio del ricercatore – citando in particolare Medline, «un database bibliografico di scienze della vita e discipline biomediche che pubblica una relazione su 553 casi presentata nel 2010 a un congresso internazionale a Singapore».
E fa presente anche un altro studio, «presentato lo scorso anno a un congresso mondiale di oncologia in Cina, che riferisce dei primi 122 casi di tumore alla mammella guariti senza operazione, chemio o radio grazie al Metodo Di Bella».
Quindi, snocciolando dati del National Cancer Institute, Di Bella afferma che quando questo tipo di tumore è al quarto stadio la possibilità di sopravvivenza viene ritenuta non superiore al 19%, mentre con il MdB al quarto stadio sopravvive ormai il 50% delle donne».
Per promuovere il Metodo Di Bella viene utilizzato un sito internet (www.metododibella.org), mentre sostenitori e pazienti si scambiano informazioni Facebook («MdB dal cancro si può guarire) che ha quasi 7.800 membri. E al sito fa capo una raccolta di firme in corso in tutt’Italia per ottenere l’erogazione gratuita della somatostatina. «Già sono 100 mila – spiega Di Bella – ed è una ulteriore testimonianza, oltre alle evidenze scientifiche, che l’Mdb rappresenta il massimo progresso nella terapia medica dei tumori anche se non pretende di guarire tutte le neoplasie ma solo di incrementare la sopravvivenza e migliorare la qualità di vita senza tossicità dovute a radio o chemioterapia».
La terapia Di Bella – lo ricordiamo – consiste nella somministrazione di un cocktail di sostanze a base di vitamine (beta carotene, alfa tocoferolo, acido retinoico), ormoni (somatostatina, melatonina) e altre sostanze (alcune delle quali sono antitumorali usati nella terapia tradizionale). Proprio alla somatostatina, il professore siciliano attribuiva un ruolo chiave: quello di frenare la diffusione del tumore. Quanto ai costi della terapia, usando la somatostatina biologica a 14 amminoacidi al prezzo di 18 euro circa a fiala, e considerando tutti i componenti del metodo, l’MdB ha un costo che oscilla fra 620 e 800 euro al mese. Se si usano analoghi della somatostatina come l’«octreotide depot» il prezzo lievita, perché per una singola fiala che copre un mese, si spendono 1.700 euro circa. Ma la comunità scientifica oncologica continua a storcere il naso: «Dobbiamo garantire ai malati – dice il segretario nazionale Carmine Pintu – cure per le quali c’è una dimostrazione scientifica di efficacia. Sul metodo Di Bella sono state svolte sperimentazioni che hanno dimostrato in modo chiaro l’inefficacia della cura. Insomma, per noi oncologi questo è un capitolo chiuso. Il messaggio che lanciamo è che non bisogna assolutamente riaccendere false speranze nei pazienti».
E Di Bella spiega che «sul sito dell’MdB, alla domanda “A chi rivolgersi per effettuare la terapia?” si risponde che “medici che conoscono perfettamente il metodo e hanno collaborato a iniziative scientifiche atte a diffonderlo, come pubblicazioni, conferenze, congressi, non sono molti anche perché spesso oggetto d’intimidazioni e ostracismo”.
Di replica in replica dunque la cura anti cancro torna sotto i riflettori. Con Ignazio Marino il quale ricorda «quei pazienti che per seguire la terapia Di Bella hanno abbandonato le terapie tradizionali (con ragionevoli speranze di sconfiggere il cancro) e sono poi deceduti». Con il direttore generale della Asl di Bari, Domenico Colasanto il quale sostiene di volersi opporre alla decisione del giudice «perché – dice – ci sono sentenze che riconoscono l’inefficacia di questo metodo». E con Giuseppe Di Bella, che sostiene la validità della terapie e annuncia l’imminente pubblicazione di una biografia del padre «con inediti e rilevanti dati scientifici tra cui il carteggio con Guglielmo Marconi».

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