Sciacca. Disagi senza soluzione di continuità all’Ospedale Giovanni Paolo II

<strong>Sciacca</strong>. Disagi senza soluzione di continuità all’Ospedale Giovanni Paolo II

Last updated on Ottobre 1st, 2012 at 04:14 pm

Ospedale Giovanni Paolo di Sciacca

Disagi senza soluzione di continuità al Giovanni Paolo II, la struttura ospedaliera saccense che sta registrando una filiera di disfunzioni costantemente denunciate dai pazienti. Dopo le lunghe file registrate al Pronto soccorso, causate dalla difficoltà di ricovero nei vari reparti, adesso è la volta della Cardiologia, in modo particolare, il reparto di terapia intensiva, dove i pazienti infartuati sono tenuti sotto rigorosa e costante osservazione attraverso apposite attrezzature. Da settembre scorso il reparto di terapia intensiva è interessato da lavori di ristrutturazione. La sua capacità di 26 posti letto è stata ridotta a 16, ed è stata attrezzata una sala provvisoria che, nonostante l’impegno profuso da parte del personale medico e infermieristico, mostra evidenti lacune.
Un paziente cardiopatico che si sfoga: «Sono stato ricoverato nel reparto di Cardiologia ed Utic dell’ospedale di Sciacca. E’ preoccupante lo stato di abbandono del reparto privo della terapia intensiva da circa tre mesi con enormi disagi per i pazienti e per il personale tutto che devono lavorare in spazi angusti». Poi passa nel dettaglio: «I pazienti spesso sono ricoverati in stanze non adeguate alla assistenza medica con la presenza di tre, quattro letti in piccole stanze dove a malapena si riesce a stare seduti per potere mangiare. Inoltre, i servizi igienici sono inadeguati per la presenza di numerosi pazienti ricoverati, anche 16, 18; vi è un’attesa di diverse ore prima di ricevere un letto, e i pasti spesso sono freddi».
La situazione, dunque, è parecchio delicata. I lavori di ristrutturazione si sono protratti, a quanto pare, per un periodo maggiore del previsto, con la conseguenza che si sono prodotti diversi disagi che colpiscono una fascia di pazienti la cui patologia è importante.
Abbiamo tentato di rintracciare telefonicamente il commissario straordinario dell’Asp n. 1 di Agrigento, Salvatore Messina, per avere qualche delucidazione. Tentativo, in verità, che si è rivelato arduo e le nostre telefonate non sono andate a buon fine.
Nelle settimane scorse, è venuta alla ribalta una situazione assai incresciosa che si è registrata, e si continua a registrare, al Pronto soccorso. Pazienti che, dopo la visita, sono costretti a soggiornare nei corridoi sulle barelle in attesa che si liberi un posto letto nei vari reparti. Tanti i casi di pazienti che sono stati anche quattro giorni sulla barella. E’ il paradosso di una sanità che con l’obiettivo di tagliare costi riesce a produrre, parallelamente, disservizi dei quali a farne le spese sono i pazienti. Il commissario straordinario Messina era stato a Sciacca, invitato dall’ex sindaco Vito Bono, lo scorso 7 febbraio, per fare il punto della situazione e stilare un programma di risposte capace di affievolire i disservizi riscontrati non solo dai cittadini, ma anche dai consiglieri comunali che hanno presentato delle interrogazioni.
Il tempo trascorre ma, al di là delle enunciazioni, non si riscontrano elementi di novità che possano far sperare in un’inversione di tendenza della situazione evidenziata non solo dalle denunce del Tribunale per i diritti del malato, ma anche da parte di un numero sempre crescente di cittadini.

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