Last updated on Ottobre 4th, 2012 at 12:24 pm
Un tuono, il cielo squassato dai lampi e in un attimo il cielo che all’alba era sereno si è ricoperto di nuvole cariche di acqua, una eccezionale bomba d’acqua che in due ore ha messo in ginocchio le Isole Eolie.
Si è svegliata così ieri Lipari, colpita da un violento nubifragio, 70 mm d’acqua in due ore, dalle 9 alle 11 del mattino, che hanno riempito di fango l’abitato. Mentre i liparoti spalano ancora, il sindaco Marco Giorgianni ha chiesto lo stato di calamità naturale. Una pioggia così violenta gli abitanti non la vedevano da almeno 50 anni. I danni sono ingentissimi, un vero e proprio disastro: le strade si sono allagate velocemente, coprendo di fango auto e facciate delle case, entrando nelle abitazioni.
I tre principali torrenti dell’isola sono esondati. Tra le più colpite le frazioni di Canneto e Marina Corta. Paura anche tra i banchi per i ragazzi appena rientrati a scuola, il piano terra della scuola media si è totalmente allagato e i circa 200 studenti si sono rifugiati al primo piano dell’edificio. Per lunedì sono state sospese le lezioni. A Canneto il torrente ha sommerso una decina di auto, nella zona di Calandra è sceso a valle un fiume di detriti di pomice trascinando anche un bus carico di passeggeri. Acqua e fango anche in molti negozi e abitazioni, molte famiglie sono rimaste bloccate in casa in attesa dell’arrivo dei soccorsi.
Montagne di auto una sull’altra trascinate dalla furia dell’acqua, scooter e altri mezzi finiti addirittura in mare. I primi interventi sono stati possibili grazie a sette imprese del posto che hanno lavorato accanto alle squadre comunali, i vigili del fuoco, gli uomini della Forestale e della Protezione civile. E non sono mancate le polemiche: «Lipari è stata esclusa dagli interventi regionali di carattere emergenziale sul dissesto idrogelogico – ha detto da Catania il geologo liparoto Nico Russo – L’Amministrazione ha quindi presentato delle richieste agli enti che si occupano di prevenzione per trovare le soluzioni tecniche più appropriate».
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