Biviere di Cesarò. Sulla dorsale dei Nebrodi

<strong>Biviere di Cesarò</strong>. Sulla dorsale dei Nebrodi
Biviere di Cesarò

Una perla paesaggistica a pochi chilometri da casa, un tesoro tutto siciliano. Via stress, via quotidianità urbana, è una realtà magica che solo un paradiso terrestre come il Biviere di Cesarò può regalare. È l’ambiente umido di alta quota più spettacolare e di maggior valore naturalistico della Sicilia. Senza dubbio il più rappresentativo tra i percorsi del Parco Naturale dei Nebrodi. Ricade nella zona A, riserva integrale, ma ancor prima della nascita del parco, per le sue straordinarie caratteristiche era inserito fra le zone di protezione speciale.

Lo specchio d’acqua si trova ad una quota di 1280 metri ed ha una superficie di circa 18 ettari. Un’oasi di benessere per gli amanti della natura, da gustare preferibilmente in primavera, estate e autunno. D’inverno lo scenario è mozzafiato, ma a causa della neve, l’itinerario è disagevole. Qualora lo si volesse percorrere ugualmente nella stagione più fredda è consigliabile l’utilizzo di sci di fondo ed equipaggiamento adatto. Non presenta difficoltà tecniche ma è più indicato per soggetti con un minimo di preparazione atletica (ci sono 9 chilometri di camminata). Negli altri mesi dell’anno si suggerisce un abbigliamento sportivo: scarpe da trekking, una borraccia da un litro ed una giacca antivento. Chi lo volesse può utilizzare il fuoristrada e durante le belle giornate anche la mountain bike. Il Biviere si trova lungo l’itinerario della Dorsale dei Nebrodi.

Il percorso più famoso inizia da Portella Femmina Morta, nota anche come Portella Miraglia (in corrispondenza della Ss. 289 San Fratello – Cesarò), che per chi viene dalla costa può essere raggiunta uscendo allo svincolo autostradale di Sant’Agata di Militello mentre chi viene dall’entroterra può raggiungerla dalla Ss. 120 e, dopo essere arrivati a Cesarò, proseguendo in direzione San Fratello-Sant’Agata di Militello. La prima attrazione paesaggistica è Portella Calacudera che conduce sino alla vetta del Monte Soro, la vetta più alta dei Nebrodi, con i suoi 1847 m. Nell’ambiente suggestivo si scorgono vasti panorami dell’entroterra, dell’Etna e delle vallate a Nord.

Proseguendo lungo l’itinerario principale per altri 4 chilometri si raggiunge la prima zona umida, il Lago Maulazzo, invaso artificiale che, realizzato dall’Azienda Foreste Demaniali per scopi irrigui, nel tempo si è inserito pregevolmente nel contesto ambientale dell’area. Una zona che, tranne nei weekend estivi molto caotici, invita il visitatore a godersi un momento di sano relax disteso sul prato o sotto gli alberi che creano suggestivi giochi di luce. Percorrendo altri 5 chilometri si arriva al Biviere di Cesarò e l’impatto è straordinario; davanti all’occhio curioso del visitatore si presenta un fitto manto boschivo che circonda il lago, costituito da una magnifica faggeta che in autunno mostra un’infinità di colori. Fa bella mostra di sé anche una ricchissima e particolare flora acquatica (Glyceria Fluitans, Typha Latifolia, Trifolium Repens e Mentha Pulegium), molto influenzata dalla periodica variazione del livello delle acque, punto di riferimento per numerose specie di uccelli acquatici, stanziali e migratori come le anatre, le gallinelle d’acqua, i germani reali e le folaghe. Bellezza e grande valore naturalistico lo caratterizzano, un binomio eccellenteche regala un suggestivo spettacolo, in particolar modo d’estate quando le acque si colorano di rosso per la fioritura di una piccola alga, l’Euglena Sanguinae.

Lungo l’itinerario non ci sono aree attrezzate ma è possibile fermarsi per un picnic nelle vicinanze di due fontane con acqua freschissima. Si incontrano lungo il cammino: la prima è vicino il lago Maulazzo, poco a valle dell’invaso, la seconda è proprio nei pressi del Biviere. Per gli amanti dell’enogastronomia questo itinerario è una goduria: i formaggi e insaccati tipici della zona, dolciumi e vini, olio di frantoio e per i palati più esigenti i dop come i salumi di suino nero dei Nebrodi (razza allevata allo stato semi selvatico).

A Portella Femmina Morta solitamente stazionano venditori ambulanti con ottimi prodotti agricoli della zona. Delle vere prelibatezze sono le pietanze con i sughi di maiale e imperdibile è la carne di castrato alla brace. Riprendendo la passeggiata, gli amanti del trekking possono percorrere itinerari alternativi lungo i boschi di Monte Soro, di Scavioli sino alle faggete di Mangalaviti e Serra del Re. Merita particolare menzione l’Acerone di Monte Soro, splendido e imponente esemplare annoverato tra gli alberi monumentali d’Italia, il cui fusto colonnare, tappezzato da ricche colonie di muschi e licheni, si presenta nodoso e irregolare. Si trova in prossimità della vetta, facilmente raggiungibile attraverso la strada asfaltata che da Portella Calacudera arriva sino alla cima del monte.

La Sicilia propone moltissime di queste meraviglie naturali, tutte da scoprire, basta solo volerlo.

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