Adriano Di Stefano, un sensibile poeta e cantautore catanese

<strong>Adriano Di Stefano</strong>, un sensibile poeta e cantautore catanese
Adriano Di Stefano

Intervista ad Adriano Di Stefano, sensibile poeta e cantautore catanese. Al suo attivo due album: Distratta-mente (2010) e Suoni del Cuore (2011) e un pregevole libro dal titolo: “Animi ‘n paci” dove con limpida sensibilità e lucidità consapevolezza, narra del genere umano, amaramente assoggettato a se stesso, alle proprie castranti e artificiose creazioni.

1) Ogni artista ha nella mente il suo progetto e tenta in tutti i modi di esprimerlo e di render partecipi del suo disegno più interlocutori possibili, tu utilizzi la poesia e la musica. Come ti sei avvicinato e presumo innamorato a questi due strumenti d’arte?

E’ un amore incondizionato, dettato dall’istinto. Come tutti i gesti istintivi, è un’azione che si compie quasi inconsapevolmente. Anche da piccolo prendevo spesso la penna per scrivere pensieri, strimpellavo note stonate che con gli anni prendevano una loro forma.

2) Adriano, sei un poeta e un cantautore, ma l’io che dimora in te per esprimersi è riflessivo o istintivo?

Come dicevo prima, ragiono parecchio d’istinto. Ma suppongo che quest’istinto sia dettato da una riflessione interiore inconscia.

3) “Distratta-mente” e “Suoni del Cuore” sono i titoli dei tuoi due album, denoti in loro un Adriano Di Stefano cambiato? Un cambiamento che porta piano piano a quella maggiore maturità anche artistica?

Sicuramente qualcosa è cambiata dal primo album al secondo, sono due percorsi differenti, ci sono due “Adriano” a confronto. Mi piace pensare che ” l’Adriano” di “Suoni del cuore” sia quello più maturo.

4) Ogni notizia ha una fonte, ogni figlio ha una madre, tu, in ambito artistico, sei il frutto di quale albero?

Ad essere sincero, delle volte, penso sia meglio sentirsi figli di nessuno per non apparire troppo sicuri. Non so se sono figlio della musica o della poesia, ma di sicuro mi sento un loro parente.

5) Io sono rimasto molto colpito nel tuo ultimo album dal brano “Amori paralleli” e dal brano “Valzer da solo”, ma ho sentito un qualcosa in più ascoltando, dal tuo primo album, il brano “Turiddu”. Il tocco in più non è dato solo dall’utilizzo del dialetto siciliano, vero? Dimmi questo elemento in più.

“Turiddu” è una canzone che scrissi qualche giorno prima che mio nonno morisse. E’ la sua vita raccontata in 3 minuti, è il volere tenerlo per sempre con me in una canzone. Ho sofferto molto il distacco dalla sua persona, quindi sicuramente in questa canzone c’è un pezzo di cuore in più che lascio volentieri trasparire.

6) Anche tu siciliano che non dimentica la sua lingua tradizionale, siamo nell’epoca dell’i pad, dell’i phone ma le tradizioni sono fondamentali, cosa pensi della tua Sicilia?

Ho sempre provato amore e odio per la mia terra. La amo per ciò che potenzialmente può darmi ma odio, al contempo, la maggior parte della gente che la popola. Delle volte penso che ci siano troppe vittime dell’ignoranza, troppe persone con gli occhi bendati che stanno bene in questa condizione. Vorrei che molte più coscienze si svegliassero.

7) Ora un ultima domanda, quali sono i principi della termodinamica, no scherzo, dimmi semplicemente: Cos’è per te fare musica?

Beh…al momento sulla termodinamica passo. Sulla musica ti rispondo dicendoti che per me è l’essenza. Non riesco ad immaginare un momento della mia vita senza musica, senza il bisogno di creare e cantare i miei pensieri.

 

Alfonso Fiumarella

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